D. Choe: difficile prevedere le conseguenze del quantitative easing 2
Dopo una prima parte di seduta all’insegna della debolezza, in questo momento sul valutario assistiamo ad un recupero del biglietto verde nei confronti delle principali valute. Nella prima parte le vendite sul dollaro erano state dettate dai timori di una nuova fase di allentamento quantitativo (Quantitative easing 2) da parte della Fed.
David Choe di IG Markets è incerto sulle conseguenze del Quantitative easing 2 “è difficile prevedere la reazione del dollaro statunitense se la Fed annunciasse un secondo ciclo di allentamento quantitativo. Da un lato uno stimolo supplementare potrebbe alimentare un rally dei mercati azionari e migliorare la propensione per attività rischiose. D’altra parte, un ulteriore stimolo potrebbe essere inteso come un chiaro segnale che l’economia americana è in difficoltà, il che rischia di far rivivere l’avversione al rischio”.
L’euro/dollaro dopo un massimo di seduta a 1,3121 in questo momento ritraccia a 1,3036. Anche per la moneta unica il momento non è dei migliori, dopo che nelle ultime sedute i timori sull’andamento delle finanze pubbliche dei Paesi periferici sono tornati protagonisti. Nonostante le raccomandazioni del Ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, secondo cui “l’Irlanda non avrà bisogno di nessun aiuto finanziario da parte della comunità internazionale” oggi ad acuire le tensioni sono arrivate le dichiarazioni del governatore dell’istituto centrale, Patrick Honohan. Secondo Honohan l’Irlanda potrebbe non essere in grado di ridurre il deficit statale per soddisfare i requisiti imposti dall’Unione europea entro il 2014, a causa di un trend dell’economia più debole delle aspettative, dell’elevato costo nei prestiti e dei salvataggi delle banche.
Choe ritiene che “se le misure di austerità inizieranno a mostrare segni di attenuazione della crescita, come molti economisti prevedono, l’euro potrebbe cominciare a perdere terreno nei confronti del dollaro. Nel frattempo, la coppia di valute potrebbe risentire questa settimana di sviluppi fuori dagli Stati Uniti. La decisione della Fed sul tasso d’interesse sarà annunciata domani, con i dati sulle costruzioni di nuove case e sui nuovi permessi di costruzione”.
Debole la sterlina, a 0,8376 nell’euro/sterlina (+0,46%) ed a 1,5572 nel cable (-0,42%), l’incrocio sterlina/dollaro. “La situazione nel Regno Unito ha mostrato ulteriori segnali di stallo, con il calo dei prezzi delle abitazioni nel mese di settembre, la diminuzione dei prestiti nel mese di luglio e la contrazione dell’offerta di moneta M4 in agosto” precisa Choe.
La giornata si caratterizza poi per la forza del dollaro australiano, che guadagna lo 0,87% contro il dollaro statunitense a 0,9444 e spinge al ribasso il cross con la moneta unica a 1,3814 (eur/aud, -0,77%). L’aussie si muove in scia delle dichiarazioni del n.1 della Reserve Bank of Australia Glenn Stevens. Il Governatore nel corso un intervento con gli analisti ha sottolineato la forza dell’economia australiana rimarcando che uno dei compiti della RBA è quello di “gestire la crescita economica”. Gli operatori stanno quindi scontando al 30% un innalzamento del costo del denaro nel corso della riunione di ottobre ed al 70% in quella di novembre.