Notizie Notizie Mondo Crisi Russia: Mosca alza i tassi dal 10,5% al 17% per rianimare il rublo dopo crollo di ieri

Crisi Russia: Mosca alza i tassi dal 10,5% al 17% per rianimare il rublo dopo crollo di ieri

16 Dicembre 2014 08:26
La pressione dei mercati costringe Mosca ad agire per tamponare la preoccupante discesa libera del rublo. Dopo il crollo di quasi il 10% del rublo di ieri, questa mattina la Bank of Russia ha deciso di intervenire con un aumento del tasso di interesse di riferimento dal 10,5% al 17 per cento. Si tratta del più corposo rialzo dei tassi dal 1998. 
Dopo una prima reazione del rublo rimbalzato del 6% dopo l’annuncio della banca centrale, la divisa russa ha limato i guadagni verso il dollaro con usd/rub risalito in area 64 dollari. Da gennaio il rublo si è deprezzato di circa il 50% complice la crisi russo-ucraina, ma aggravata soprattutto dal violento calo dei prezzi del petrolio in questa seconda metà dell’anno. 
Rialzo tassi anche per contrastare rischio impennata inflazione 
La banca centrale ha rimarcato che la mossa è finalizzata a rafforzare il rublo, limitare i rischi di inflazione e aiutare l’economia del paese su cui pesano le sanzioni comminate dall’Europa.  Già settimana scorsa la banca centrale aveva alzato il costo del denaro di 100 punti base, mossa che però si era rilevata insufficiente a frenare la caduta verticale del rublo che ieri ha toccato i nuovi minimi storici contro euro e dollaro con ribassi giornalieri vicini al 10%. Ieri la Bank of Russia ha dovuto cancellare un’asta da 700 miliardi di rubli (circa 11,6 miliardi dollari) di titoli di Stato a tre anni a causa della mancanza di offerte. 
Secondo diversi analisti il rialzo dei tassi non basta a placare la speculazione contro il rublo e la banca centrale dovrà implementare ulteriori mosse. Quest’anno la Bank of Russia ha alzato i tassi sei volte e speso oltre 80 miliardi di dollari di riserve valutarie per contrastare la discesa del rublo. 
Verso profonda recessione 
Secondo la US Energy Information Administration, nel 2013 le vendite di petrolio  gas naturale hanno rappresentato il 68 per cento del totale delle entrate delle esportazioni della Russia. Ieri la stessa banca centrale russa ha detto di attendersi un’economia di contrazione del 4,5/4,7% nel 2015, la discesa più marcata dal 2009, considerando prezzi del petrolio in media a 60 dollari al barile.

(notizia aggiornata alle 09.46).