Crisi, le aziende familiari hanno resistito bene nel 2010-2011
Le aziende familiari italiane paiono aver cavalcato meglio delle altre imprese la fase 2010-11. È quanto emerge dal rapporto 2012 dell’Osservatorio AUB su tutte le aziende familiari italiane di medie e grandi dimensioni, realizzato da Guido Corbetta, Alessandro Minichilli e Fabio Quarato della Cattedra AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi (http://www.aidaf.unibocconi.it) con il supporto di AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), del Gruppo UniCredit e della Camera di Commercio di Milano, presentato questo pomeriggio in Bocconi.
Il rapporto ha considerato 7.105 aziende con fatturato pari o superiore ai 50 milioni di euro, analizzando le caratteristiche e le performance delle 4.077 imprese a controllo familiare (che si riducono a 2.582 se non si considerano le sovrapposizioni dovute agli intrecci proprietari).
Secondo i dati del rapporto AUB 2012, le aziende familiari mantengono un tasso di crescita superiore a quello della media delle imprese non familiari: nel 2011 la crescita è stata del 4,6% rispetto al 3,6% medio delle altre categorie di aziende. Dopo la battuta di arresto (-9,1%) subita nel 2009, dunque, le imprese familiari confermano nel 2011 la ripresa già fatta registrare a fine 2010.
Peraltro, il numero di dipendenti delle imprese familiari è cresciuto dal 2006 al 2010, così come la sua incidenza sul totale dei dipendenti delle imprese di capitali, pari a circa il 30%.
Sul fronte della capacità di ripagare il debito, misurata dal rapporto posizione finanziaria netta/Ebitda, il 2011 conferma i dati dell’ultimo triennio, durante il quale tale livello si è attestato stabilmente su 6,3, circa un punto più alto di quelle non familiari (5,5). Questo dato negativo, da attribuire soprattutto all’erosione della redditività delle familiari piuttosto che ad un aumento dei debiti finanziari, è però controbilanciato dalla bassa percentuale (5,2%) di aziende familiari con margine operativo lordo (Ebitda) negativo. Tra le non familiari la percentuale 2011 è invece del 10%.
D’altro canto, le imprese a controllo familiare mostrano una maggiore solidità patrimoniale. Guardando al quadriennio 2007-2011, si nota come il rapporto di indebitamento sia sceso nettamente, passando da 7,1 a 5,6, valore oggi di circa due punti inferiore rispetto alla media delle aziende non familiari e il più basso in assoluto dal 2001. La spiegazione, secondo la Cattedra AIdAF-Alberto Falck e l’Osservatorio AUB, è che nelle aziende familiari la crescita del patrimonio netto sia stata costantemente superiore alla crescita dell’attivo patrimoniale, che pur non ha subito battute d’arresto. L’aumento del patrimonio netto è avvenuto grazie alla minore distribuzione dei risultati aziendali tramite dividendi.