Il precipitare della situazione politica con l’uscita del Pdl dalla maggioranza di governo si fa sentire sui mercati con fitte vendite soprattutto sul settore bancario e lo spread sotto pressione. Dopo essere arrivato a cedere oltre 2 punti percentuali, l’indice Ftse Mib cede l’1,92%, mentre lo spread Btp-Bund viaggia in area 275 punti base dopo aver toccato in avvio di giornata un picco a 289,5 punti base (massimi da giugno). Il rendimento del decennale italiano viaggia oltre la soglia del 4,5%.
A soffrire maggiormente sono i titoli del settore bancario con una raffica di sospensioni al ribasso in avvio di giornata. Forti vendite anche su Mediaset che cede il 4% circa.
Il premier Enrico Letta mercoledì andrà in Parlamento chiedendo la fiducia a entrambi i rami. “Non ho intenzione di governare a tutti i costi – ha detto ieri il premier a margine del nuovo incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – serve fiducia per applicare il programma. Se non c’è tirerò le conclusioni. Ma non si può votare con Porcellum”.
Il modo in cui la crisi si è materializzata la crisi ha creato divisioni tra le fila del Pdl. Alcuni parlamentari Pdl, in disaccordo con la linea dettata da Silvio Berlusconi, potrebbero decidere di continuare a sostenere il governo, e lo stesso potrebbe applicarsi ai dissidenti del Movimento a 5 stelle. “Un scenario certamente possibile quello di un rimpasto parlamentare – commenta Paolo Pizzoli di Ing – ma che probabilmente necessiterà di tempo per concretizzarsi, forse non in tempo per mercoledì”.
Elezioni ultima ratio, l’ipotesi più probabile è un Letta bis
Sul mercato la tesi dominante è un’uscita soft dalla crisi di governo con Letta che dovrebbe riuscire a trovare un consenso sufficiente in Parlamento per andare avanti. “La situazione era diventata insostenibile e quindi il fatto che si faccia chiarezza è secondo noi positivo”, commentano oggi da Equita. “Data per scontata la pressione iniziale su BTP e Ftse Mib – continua la sim milanese – crediamo che la correzione sia un`opportunità di acquisto in quanto lo scenario più probabile secondo noi è un governo Letta 2“.
Anche secondo Giovanni Zanni, responsabile del team di ricerca economica di Credit Suisse, Letta troverà sostegno sufficiente a mantenere la maggioranza in Parlamento. L’attuale premier avrà bisogno del sostegno di solo alcuni parlamentari PDL per essere in grado di continuare almeno fino alla prossima primavera. Tra gli altri scenari ipotizzati dall’esperto del Credit Suisse c’è l’uscita di scena di Letta con sfiducia in Parlamento e quindi il Presidente della Repubblica chiamato a provare a vedere se c’è il supporto in Parlamento per un altro governo. Il Presidente della Repubblica potrebbe anche decidere di dimettersi se non viene trovata alcuna maggioranza, lasciando il nocciolo della ricerca di un nuovo governo o di decidere su elezioni anticipate a un nuovo presidente.
“Le elezioni anticipate sono una possibilità – rimarca Giovanni Zanni – ma la meno probabile e ultima ratio, a questo punto, se tutto il resto fallisce”.
Paolo Pizzoli di Ing vede però un governo Letta 2.0 chiamato a guidare il paese oltre la seconda metà del 2014 quando ci sarà la presidenza italiana dell’UE “più ambizioso, ma meno probabile”, mentre un governo di scopo meno ambizioso, ma più probabile potrebbe essere guidato da una figura istituzionale o, eventualmente da Letta stesso, chiamato solo ad approvare la Legge di Stabilità e modificare la legge elettorale prima della fine dell’anno accompagnando il paese a elezioni anticipate nella prima parte del 2014 e “nel frattempo i mercati prenderanno atto della crescente incertezza politica e seguiranno con grande attenzione ogni segnale proveniente da Bruxelles”.