La crisi del debito non si è fermata a Natale: agenzie di rating scatenate dall’Asia all’Ue

Chi sperava di tirare un sospiro di sollievo sotto l’albero ha dovuto ricredersi. Neanche il Natale ha, infatti, fermato la scure degli analisti delle agenzie di rating. Sono stati gli esperti di Fitch a rovinare la festa: hanno tagliato il rating di Portogallo e Ungheria, quest’ultima indicata come nuovo possibile focolaio che rischia di avere un merito di credito al livello di spazzatura. La bocciatura su Lisbona da parte dell’agenzia di rating si è materializzata alla fine della seduta venerdì scorso, preannunciando nuovi scossoni sui mercati europei quando in molti ormai contavano sulla pausa natalizia.
Fitch ha bocciato il debito portoghese, ossia i titoli di Stato, tagliando il rating ad A+ dal precedente AA-. Preoccupano – hanno osservato gli analisti – l’obiettivo di riduzione del deficit impegnativo, con condizioni di finanziamento per banche e governo che si fanno più difficili. Quello di Fitch in realtà è solo l’ultimo campanello d’allarme: nei giorni scorsi era stato Moody’s a minacciare il declassamento del Portogallo, da molti dato ormai come il prossimo fronte della crisi.
L’opera di Fitch non si è fermata ai confini lusitani, ma è continuata sempre venerdì tagliando il rating ungherese a BBB-, ultimo livello prima del junk, con una prospettiva negativa che potrebbe far precipitare presto l’Ungheria fra i Paesi così rischiosi da essere definiti speculativi. Infine ha fatto quadrato con la Grecia, messa sotto esame dall’agenzia di rating per un eventuale ribasso dei voti.
Non ha convinto la manovra lacrime e sangue che sul filo del rasoio è passata la scorsa settimana al parlamento greco in una seduta interminabile. Si tratta di una legge di bilancio durissima da 14,4 miliardi di euro che ha l’ambizione di far scivolare il disavanzo pubblico dal 9,6% al 7,4% del Pil alla fine del 2011. Ma a un prezzo altissimo. Il pacchetto di misure che ha portato a dimostrazioni anche ieri nel Paese è necessario per dare corpo all’avanzamento del piano di salvataggio, ad opera dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale per 110 miliardi di euro.
Dopo il forte taglio del rating dell’Irlanda da parte di Moody’s e della Grecia da parte di Fitch, e con la Spagna a rischio downgrade, c’è solo da scommettere dove l’instabilità esploderà per prima. Finiscono quindi quasi nel dimenticatoio le indicazioni della Cina che ha ribadito la sua disponibilità ad aiutare l’Europa, anche perché neanche l’Asia è esente dai venti gelidi della crisi. Standard & Poor’s ha fatto da pioniera, abbassando il rating sul debito sovrano a lungo termine del Vietnam. Anche qui nella vivace e frenetica Ho Chin Min è la situazione delle banche del Paese che comincia a scricchiolare. E’ vulnerabile, hanno sibilato gli analisti. Il risveglio dal week end natalizio lascia prospettare una ripresa delle attività sui mercati piuttosto tesa.