Crescita sotto le stime penalizza il loonie, banca centrale affossa il rublo
Sempre per quanto riguarda la crescita economica, oggi negli Stati Uniti è stato diffuso l’indice relativo l’andamento del Pil, cresciuto nel quarto trimestre del 2,6% annualizzato. Nonostante era atteso un rallentamento rispetto al +5% del Q3, il dato ha sorpreso un mercato orientato a una contrazione minore (consenso in quota 3%). “Nonostante la crescita si sia quasi dimezzata rispetto al trimestre precedente, il mercato sembra guardare con fiducia ai buoni dati sui consumi”, ha commentato Vincenzo Longo di IG. “Queste figure non sono sufficienti a spaventare la Fed, che in settimana si era mostrata ottimista sulla ripresa statunitense, definendola ‘solida’”, rileva l’esperto.
Sempre per quanto riguarda il fronte macro, -0,6% annuo per l’inflazione di Eurolandia a gennaio, contro il -0,2% precedente, e tasso di disoccupazione che nell’ultimo mese del 2014 ha evidenziato un miglioramento passando dall’11,5 all’11,4 per cento. Indicazioni contrastanti che nell’ultima seduta della settimana stanno favorendo la prudenza sull’eurodollaro che dopo una prima parte con il segno più passa di mano sostanzialmente invariato a 1,13.
Sempre oggi la Central Bank of Russia ha stupito tutti riducendo, dopo averlo recentemente portato dal 10,5 al 17 per cento, il costo del denaro al 15%. Il cross usd/rub, salito del 9,7% nelle ultime cinque sedute e di quasi il 100% (+97,7%) nel semestre, si è così riportato sopra la soglia dei 70 rubli toccando un massimo a 71,689.