Credit Suisse torna all’utile, bene l’investment banking
Credit Suisse ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile netto pari a 2 miliardi di franchi svizzeri, un risultato diametralmente opposto rispetto a quello riportato nello stesso periodo dello scorso anno, archiviato con una perdita di 2,15 miliardi. Si tratta di profitti sostanzialmente doppi rispetto alle attese. Il consensus era infatti fermo a poco meno di 1 miliardo di franchi. Il risultato è stato sostenuto soprattutto dalla divisione investment banking, autrice di una “redditività significativa” (utile ante imposte di 2,4 miliardi) e dal private banking, che ha realizzato un utile ante imposte di1 miliardo, con un afflusso di nuovi capitali per 11,4 miliardi. Meno positivo l’andamento dell’asset management, caratterizzato da perdite prima delle imposte per 500 milioni di franchi.
«L’Investment Banking – ha spiegato Brady Dougan, ceo dell’istituto – è tornato a far registrare una cospicua redditività; questo a dimostrazione dei progressi fatti nell’ulteriore riduzione dei rischi e nell’attuazione della sua strategia focalizzata sulla clientela e sull’efficienza del capitale. Siamo convinti che la nostra piattaforma ristrutturata è in grado di realizzare una redditività duratura e una buona remunerazione del capitale, con una minor volatilità dei ricavi. Contemporaneamente, abbiamo compiuto notevoli progressi nel riposizionamento di attività che precedentemente avevano fatto segnare perdite, riportandole in utile nel trimestre attraverso il cambiamento dei modelli operativi e la revisione dei limiti di rischio».
Lo stesso Ceo si è detto ottimista circa le prospettive della banca. “Rimaniamo ottimisti sull’andamento degli affari per il Credit Suisse – ha spiegato – in particolare nel raffronto con il nostro settore in generale. Il nostro approccio prudente al nuovo contesto di mercato ha dimostrato la sua validità nel primo trimestre: continueremo quindi su questa linea”.
Nel periodo i ricavi netti sono saliti dai 2,9 miliardi del primo trimestre 2008 a 9,55 miliardi. Le svalutazioni nette sono ammontate a 1,4 miliardi e hanno riguardato commercial mortgage-backed securities (CMBS). Alla fine del trimestre il ‘Tier 1 ratio’ si è attestato al 14,1 per cento.