Corte dei Conti: alert debito, no risultati da spending review. Spread in tensione, tassi BTP verso il 2%
Questa volta è la Corte dei Conti che cerca di rimettere in riga l’Italia, riproponendo l’annoso problema del debito pubblico e facendo notare anche gli scarsi passi in avanti in tema di spending review. Conti pubblici italiani sempre in primo piano, nel giorno in cui il Tesoro ha collocato 3,5 miliardi di euro di CTZ e BTP indicizzati.
Asta Tesoro CTZ e BTP-i. Spread in tensione
In particolare, il Tesoro ha collocato tutti i 2,5 miliardi di CTZ con scadenza maggio 2019, con rendimento ancora negativo, pari a -0,167%. Emessi anche, per 1 miliardo complessivo, 538,6 milioni di BTP a cinque anni (scadenza maggio 2022) a tasso -0,03% e 461,4 milioni di BTP a 15 anni (scadenza settembre 2026), a fronte di un rendimento 0,83%.
La richiesta dei CTZ è stata di 3,9 miliardi, con il bid to cover, pari a 1,56, in calo rispetto all’1,73 dell’asta di maggio per il titolo. Il BTp-i a 5 anni scadenza 15 maggio 2022 è stato collocato per 538,6 milioni, a fronte di una domanda per 1,465 miliardi (bid to cover 2,72), mentre il BTp-i a 15 anni scadenza 15 settembre 2026 è stato emesso per 461,4 milioni, a fronte di una domanda per 1,056 miliardi (2,29 il rapporto di copertura) con un rendimento lordo dello 0,83%.
Spread in rialzo, tassi BTP vicino al 2%. Boom tassi Bund
Spread in tensione: dopo essere scesi sotto la soglia dell’1,90%, i tassi sui BTP decennali si riavvicinano anche alla soglia del 2%, in crescita di oltre +4,5%. Ancora più forte è il balzo dei tassi sui Bund decennali tedeschi, pari a +27%, allo 0,32%, a conferma di come, nonostante le rassicurazioni di Mario Draghi, gli investitori scommettono su una politica monetaria della Bce meno accomodante.
Corte Conti: debito, maggiore vulnerabilità dell’economia
In occasione della relazione sul rendiconto generale dello Stato, Angelo Buscema, presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, lancia un appello all’Italia affinché affronti il problema del debito con rigore.
“L’elemento di maggiore vulnerabilità dell’economia italiana, vale a dire l’elevato livello del debito pubblico, impone alla politica economica, ben di più di quanto non derivi dai vincoli fissati con le regole europee sui conti pubblici”.
La Corte dei Conti ritiene di fatto che sul fronte dei conti pubblici l’Italia debba fare di più anche rispetto a quanto richiesto dall’Unione europea. E’ importante:
“proseguire lungo un percorso di rientro molto rigoroso, attraverso un’attenta gestione dei conti pubblici che garantisca il raggiungimento, in tempi certi, degli obiettivi programmati di saldo e di debito, scongiurando inversioni di segno negativo delle aspettative dei mercati“.
Corte Conti: costo oneroso con rinvio taglio debito
Dello stesso avviso è il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, che mette in evidenza la view della Corte dei Conti affermando che la strada da seguire rimane il rigore. Detto questo, la valutazione sui conti dello Stato del 2016 “è per vari aspetti positiva poiché si evidenzia una sostanziale tenuta dei conti entro un quadro d’assieme, che vede progressivamente ricondotti all’equilibrio di bilancio alcuni principali comparti quali quelli riguardanti le Amministrazioni locali, assegnandosi allo Stato centrale un ruolo strategico nel perseguimento degli obiettivi programmatici”.
Scarfizzi aggiunge però anche:
“l’indirizzo rigoroso impresso alla gestione della finanza pubblica non deve essere visto come l’adesione a regole imposte dall’esterno, quanto piuttosto la via obbligata da perseguire responsabilmente poiché il costo che deriverebbe da un rinvio del percorso di aggiustamento si rivelerebbe oneroso e permanente”. Dunque, il numero uno della Corte dei Conti lancia un appello affinché l’Italia mostri una ferma determinazione a perseguire una duratura riduzione del debito pubblico, garantendo il rispetto dei vincoli costituzionali introdotti nel 2012″.
Corte Conti boccia spending review: no risultati
Vengono praticamente bocciate le iniziative che sono state adottate per la spending review. Buscema sottolinea che non si sono visti i risultati sperati.
“A consuntivo, le misure di riduzione, mentre sembrano aver salvaguardato l’operare di interventi a sostegno dei comparti produttivi, non hanno prodotto risultati di contenimento del livello complessivo della spesa”. E’ di conseguenza “ancora attuale la necessità di una revisione attenta di quanto può, o non può più, essere a carico del bilancio dello Stato, in un processo di selezione della spesa attento a non incidere negativamente sul potenziale di crescita del Paese”.
Corte Conti: Pil altro problema, ripresa troppo modesta
Oltre al debito pubblico, l’Italia però ha anche il problema della debolezza della crescita economica. Lo scrive nero su bianco Buscema, che lancia un avvertimento:
“Il recupero della crescita del Prodotto interno lordo, dopo la lunga crisi, appare ancora troppo modesto e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali paesi europei” Ancora: a tal proposito è fondamentale che “gli interventi strutturali per la ripresa della crescita di lungo periodo, con le opportune azioni di riforma e di rilancio degli investimenti”, siano una “priorità”. Viene auspicato anche “un prudente utilizzo della flessibilità riconosciuta dal patto di stabilità e crescita per mantenere su un sentiero sostenibile le prospettive della finanza pubblica”.