Confindustria, Centro Studi: Italia pienamente agganciata a ripresa globale, elezioni politiche un bivio
"L'espansione globale prosegue alla velocità più alta dal 2010 e non vediamo rischi se non una guerra con la Corea del Nord o in Medio Oriente. Una ripresa trainata da investimenti e commercio. L'Italia è pienamente agganciata a questa ripresa". E' quanto afferma il capo economista del Centro Studi di Confindustria, Luca Paolazzi.
Paolazzi fa riferimento anche alla sfida italiana rappresentata dalle elezioni politiche, sottolineando che il voto rappresenterà un bivio per il paese.
Negli ultimi Scenari economici del Centro Studi si legge che "l'instabilità politica e le misure demagogiche prese per motivi di consenso seminano una pianta i cui frutti maturano nel medio-lungo periodo, operando attraverso l'abbassamento del potenziale di crescita, anche per la mancata approvazione di quelle riforme che, al contrario, tale potenziale elevano. Questo si applica particolarmente all'Italia, sia come spiegazione delle origini antiche del suo male di lenta crescita sia come rischio di non perseverare nella prossima legislatura lungo le linee di politica economica e di cambiamento faticosamente intraprese negli ultimi anni".
Di conseguenza, "le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla, che in termini relativi vuol dire arretrare, se non proprio tornare indietro".
Sul fronte dell'occupazione, l'economista sottolinea che il mercato del lavoro "non è la Cenerentola della ripresa".
La view positiva sull'economia italiana viene tuttavia smorzata dall'ammissione che "resta ampia la distanza dal picco pre-crisi".
Paolazzi fa riferimento anche alla sfida italiana rappresentata dalle elezioni politiche, sottolineando che il voto rappresenterà un bivio per il paese.
Negli ultimi Scenari economici del Centro Studi si legge che "l'instabilità politica e le misure demagogiche prese per motivi di consenso seminano una pianta i cui frutti maturano nel medio-lungo periodo, operando attraverso l'abbassamento del potenziale di crescita, anche per la mancata approvazione di quelle riforme che, al contrario, tale potenziale elevano. Questo si applica particolarmente all'Italia, sia come spiegazione delle origini antiche del suo male di lenta crescita sia come rischio di non perseverare nella prossima legislatura lungo le linee di politica economica e di cambiamento faticosamente intraprese negli ultimi anni".
Di conseguenza, "le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla, che in termini relativi vuol dire arretrare, se non proprio tornare indietro".
Sul fronte dell'occupazione, l'economista sottolinea che il mercato del lavoro "non è la Cenerentola della ripresa".
La view positiva sull'economia italiana viene tuttavia smorzata dall'ammissione che "resta ampia la distanza dal picco pre-crisi".