Notizie Notizie Italia Confcommercio: con la nuova tassa sui rifiuti (Tari) aumenti fino a oltre il 600%

Confcommercio: con la nuova tassa sui rifiuti (Tari) aumenti fino a oltre il 600%

1 Novembre 2013 09:50

Con il passaggio dalla Tarsu alla Tari, la nuova tariffa sui rifiuti, nel 2014 l’incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti sarà pari al 290% e, per alcune tipologie di impresa, sarà ancora più salato. E’ quanto emerge da un’analisi di Confcommercio sugli effetti per le imprese nel 2014 derivanti dal nuovo tributo Tari introdotto dalla Legge di Stabilità. “Per un bar l’aumento sarà di oltre il 300%, maggiorazione di circa sei volte per un ristorante (+480%) e di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%)”, si legge nell’analisi di Confcommercio.

Si tratta, spiega la Confcommercio, di “incrementi molto rilevanti e ingiustificati che derivano essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell’attuale sistema di prelievo”.

Il nuovo tributo Tari sui rifiuti

La legge di Stabilità istituisce un nuovo tributo sui servizi comunali, denominato TRISE. Esso si articola in due componenti: la prima, denominata TARI, a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani; la seconda, denominata TASI, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni. La struttura della TARI riflette quasi ciecamente la precedente formulazione della TARES. “Quello che manca, ancora una volta, è la volontà di instaurare un legame diretto tra produzione di rifiuto e spesa, secondo il principio comunitario del chi inquina paga”.

Le proposte

Per superare queste criticità, secondo Confcommercio occorre rivedere completamente la struttura dell’attuale sistema di prelievo affinché, in conformità con il principio comunitario del “chi inquina paga”, lo stesso rifletta in modo puntuale la reale produzione dei rifiuti da parte delle utenze domestiche e non domestiche. Bisogna, poi, ridisegnare gli indici e le voci di costo che determinano i coefficienti in termini di ripartizione tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non domestica.