Commodity in caduta, analisti in allerta
Forti ribassi generalizzati stanno investendo le quotazioni di tutte le materie prime. Il processo iniziato tre giorni fa ha accelerato nella notte per proseguire anche oggi. Il calo interessa materie agricole, metalli industriali e preziosi, e anche il petrolio. L’oro quota a 924,10 dollari, in calo del 2,59% dopo aver raggiunto il massimo di sempre solo 3 giorni fa oltre 100 dollari più in alto a quota 1032,7. Il greggio è ritornato sotto i 100 dollari che aveva superato lo scorso 5 marzo per raggiungere il record a 111 dollari. Alle 14.20 il greggio Wti è segnalato a 99,4 dollari, in calo del 3,06%, il rame arretra del 4,32% a 17,310 dollari e l’argento del 6,15% a 17,310 dollari. Tra le agricole frumento e mais cedono oltre il 3% e il cacao addirittura il 10%.
Diverse le chiavi di lettura proposte: dai timori di una riduzione della domanda per effetto del rallentamento mondiali, allo smobilizzo di posizioni speculative da parte degli hedge fund, al ritorno delle quotazioni su valori più giustificati dai fondamentali. “Gli analisti di Mps Capital Markets parlano della possibilità di vendite forzate da parte degli hedge fund per potere versare i maggiori margini richiesti dalle banche”. Una eventualità che da Siena giustificano sottolineando che “i ribassi maggiori hanno interessato proprio le materie prime dove gli speculatori hanno le posizioni rialziste più marcate”, tra cui oro, grano, greggio e metalli industriali. Da Intesa Sanpaolo parlano invece di un movimento che avviene dopo che “negli ultimi mesi le quotazioni si erano mosse in direzione contraria all’evoluzione dei fondamentali” e dopo che si era assistito all’evidenza di “accumulo di forti posizioni speculative sui derivati era emersa quanto meno per il petrolio”.