Colossi bancari Usa: via a stagione utili con JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo. Che non convincono

Oggi, venerdì 14 luglio, JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo hanno ufficialmente inaugurato la stagione degli utili dei colossi di Wall Street, battendo tutti le previsioni degli analisti. Ma la reazione del mercato non è stata positiva.
JP Morgan ha reso noto di aver concluso il secondo trimestre dell’anno con un fatturato di $26,41 miliardi – meglio dei $24,96 miliardi stimati dagli analisti- a fronte di un utile per azione di $1,82.
L’attivo per azione si è attestato all’interno del range atteso dalla banca, e a un valore ben superiore a $1,58 per azione atteso dal consensus.
Più in generale, JPM ha chiuso il secondo trimestre con utili per $7,03 miliardi, o $1,82 per azione, rispetto ai $6,2 miliardi di profitti, o $1,55 per azione, dello stesso periodo dello scorso anno.
Così l’AD di JP Morgan, Jamie Dimon, ha commentato la notizia:
“I consumi degli Stati Uniti rimangono in buone condizioni di salute”.
Il titolo JP Morgan ha reagito bene solo all’inizio. Dopo qualche minuto dalla pubblicazione del bilancio, le quotazioni hanno fatto dietrofront, perdendo -1,7% e Gerard Cassidy, analista di RBC Capital Markets Banking Analyst ha spiegato la reazione con l’outlook della banca, che prevede per il futuro un calo del fatturato legato agli interessi netti.
Il grafico mostra il trend del titolo, rispetto all’indice S&P 500, dall’inizio del 2017.
Citigroup ha assistito invece a utili netti per un valore di $3,9 miliardi, o $1,28 per azione, in calo rispetto ai $4 miliardi, o $1,24 per azione, del secondo trimestre del 2016. Il fatturato è salito a $17,9 miliardi, contro i $17,5 miliardi precedenti. Anche Citi ha battuto le attese del consensus, che erano per un attivo per azione di $1,21 e un fatturato di $17,4 miliardi.
In dettaglio, l’istituto ha comunicato che la propria divisione di consumer banking ha visto il fatturato salire del 5% a $4,9 miliardi, grazie alle maggiori entrate legate al business delle carte di credito e debito: fattore che ha permesso alla banca di compensare il minore fatturato delle attività di retail banking, dovuto al calo dei guadagni nell’attività di erogazione di mutui.
Nella divisione di trading, il giro d’affari è sceso del 6%, accusando le minori entrate nella divisione di reddito fisso (-6%). Bene invece il fatturato del trading azionario (+11%), mentre quello relativo all’unità di investment banking è salito del 22%.
Il titolo Citigroup è in ribasso dopo la comunicazione del bilancio, dopo essere salito +13% nel 2017, a fronte del rialzo +9% dello S&P 500.
Dal canto suo Wells Fargo ha concluso il trimestre con utili netti per un valore di $5,8 miliardi, in crescita del 5% su base annua, o $1,07 per azione, meglio degli $1,01 attesi dal consensus FactSet.
Il fatturato tuttavia è rimasto invariato su base annua, e si è attestato a un valore inferiore rispetto ai $22,5 miliardi previsti da FactSet, fermandosi a $22,2 miliardi. Anche il titolo Wells Fargo reagisce male alla pubblicazione degli utili, accelerando al ribasso con una flessione -1,67%.
Stagione utili: test sentiment bullish mercato
Così come scrive oggi il Financial Times, l’inizio della stagione degli utili negli Usa è un importante test per il sentiment bullish che ha permesso ai mercati azionari di testare livelli record.
Richard Tortoriello, di S&P Global Market Intelligence, in un’intervista rilasciata all’FT, ha fatto il punto della situazione:
“L’attuale contesto delle banche è caratterizzato da un aumento dei tassi di interesse di breve termine e da una buona qualità del credito, e riflette il miglioramento dell’economia, indicando una redditività delle banche stabile/in aumento. Ma non tutte le banche sono state create allo stesso modo”.
Dunque:
“in un contesto in cui i tassi di interesse stanno salendo, gli investitori (del settore finanziario) dovrebbero concentrarsi soprattutto sulle valutazioni…In questi periodi le strategie fondamentali sono meno efficaci”.