La Cina si ispira ad Hollande: in arrivo (forse) un piano di crescita da 300 miliardi di dollari
Se Wen Jiabao fosse europeo, probabilmente sarebbe d’accordo con Francois Hollande. In un momento in cui in Europa infuria il dibattito sulle misure di sostegno alla crescita da affiancare a quelle di austerity, il governo cinese sembra avere intenzione di concretizzare nel proprio Paese la linea del presidente francese: stimolare l’economia per far ripartire la crescita. Le voci su un pacchetto da 300 miliardi di dollari in arrivo in Cina nel secondo semestre per spingere l’economia si rincorrono da giorni; tuttavia una conferma ufficiale non è ancora arrivata.
Di certo ci sono solo le sibilline parole di Wen Jiabao: “E’ necessario che la Cina ponga una maggiore enfasi sulla crescita”. Nessun accenno all’entità e alle modalità delle eventuali misure è stato fatto dal capo del Celeste Impero. Tuttavia le indiscrezioni parlano di un’iniezione di almeno la metà del denaro immesso nell’economia nel 2008-2009, ovvero oltre 600 miliardi di dollari. In particolare, circa 950 milioni verrebbero destinati agli incentivi all’acquisto di automobili; circa 15 milioni al potenziamento dell’uso di energie rinnovabili; circa 13 mila miliardi di dollari servirebbero ad invogliare i capitali privati ad entrare nelle banche e si avrebbe un aumento di oltre il 26% nell’investimento in infrastrutture.
Sarà vero? In attesa di dettagli certi che fughino ogni dubbio , i mercati asiatici fluttuano. Dopo la ventata di ottimismo suscitata ieri dai rumours sul piano di rilancio, oggi i listini orientali hanno chiuso in ribasso, dopo l’annuncio dell’agenzia stampa di Stato Xinhua sul fatto che il governo del Celeste Impero non avrebbe in mente massicce iniezioni di liquidità come quella attuata durante la crisi.
Più che un forte ricostituente, quindi, dalla Cina potremmo invece aspettarci misure più graduali, che includerebbero un allentamento dei tassi di interesse per stimolare moderatamente gli investimenti. Qualcosa di poco eccitante, quindi, ma forse di più stabile.
Più che un forte ricostituente, quindi, dalla Cina potremmo invece aspettarci misure più graduali, che includerebbero un allentamento dei tassi di interesse per stimolare moderatamente gli investimenti. Qualcosa di poco eccitante, quindi, ma forse di più stabile.