Cina: Premier, non permetteremo un rallentamento eccessivo dell’economia. Siamo fonte di crescita, non di instabilità
Disponiamo degli strumenti per prevenire un brusco rallentamento dell’economia e centrare i target. Questo il monito lanciato dal palco del World Economic Forum di Dalian (Cina) dal premier cinese Li Keqiang. “Nel caso in cui rilevassimo un rallentamento dell’economia al di sotto di un certo ‘range’, disponiamo degli strumenti per contrastarlo”, ha detto Li.
Se nel primo semestre il dragone è riuscito a centrare il target del 7%, il livello minore da un quarto di secolo, nella seconda metà del 2015 minacce alla crescita della seconda economia mondiale arrivano dalla congiuntura globale, dal comparto immobiliare e dal manifatturiero. “Nonostante un lieve rallentamento della crescita, le performance economiche sono stabili e vanno nella giusta direzione”. Il miglior modo per assicurare la stabilità finanziaria al Paese consiste “nel continuare a portare avanti il processo riformatore” che però, in perfetto stile cinese, “proseguirà con una certa gradualità”.
Tra i maggiori motivi di apprensione c’è la questione del debito. Se quello a carico dello Stato è a livelli decisamente contenuti, “il debito statale è relativamente basso e ammonta a solo il 20% del prodotto interno lordo”, il passivo delle amministrazioni locali ammonterebbe a circa il 200% del Prodotto interno lordo.
Li: settore terziario in evidenza, consumi al 60% della crescita
Il passaggio da un modello economico basato su produzione manifatturiere di basso livello a uno in cui sono i consumi il motore dell’economia rappresenta una sfida difficile ma, ha rilevato Li, “il Paese sta facendo progressi”. Il settore servizi “attualmente copre il 50% del Pil cinese, i consumi rappresentano il 60% della crescita, l’occupazione è solida e ogni giorno vengono registrate circa 10 mila nuove imprese”.
Nonostante la svalutazione di due punti percentuali dello yuan (renminbi) annunciata ad agosto, il premier ha rassicurato i partecipanti al Forum ribadendo che non è intenzione del dragone far scattare una nuova fase della “Guerra delle Valute”. Il deprezzamento è stato “contenuto” e non ci saranno altri aggiustamenti al ribasso. “Non ci sono le basi per continuare la svalutazione del renminbi, visto che la Cina dispone di un grande ammontare di riserve di valuta estera”. Li ha poi annunciato che alle banche centrali estere sarà permesso di investire nel mercato valutario interbancario “onshore” e che, entro la fine dell’anno, sarà istituito il sistema di pagamento transfrontaliero in yuan.
A proposito delle recenti turbolenze sui mercati azionari, la Borsa di Shanghai ha perso quasi il 40% da giugno, si tratta di fattori “legati alla crisi finanziaria globale, esplosa nel 2008”. “Il governo ha adottato misure per stabilizzare il mercato ed evitare che si diffondessero pericoli, abbiamo impedito che si manifestasse qualsiasi rischio sistemico”. “La Cina non rappresenta la causa, è ancora uno dei maggiori motori della crescita globale”. La Cina, “è fonte di crescita per l’economia mondiale, non di instabilità”.