Notizie Notizie Mondo Cina: le sfide e le opportunità nell’anno del Cavallo

Cina: le sfide e le opportunità nell’anno del Cavallo

12 Febbraio 2014 12:56
I positivi dati sulla bilancia commerciale, con un surplus record a gennaio, hanno riportato oggi l’attenzione degli investitori verso la Cina che ha da poco archiviato i festeggiamenti per il Capodanno. Proprio in occasione dell’anno cinese del cavallo iniziato il 31 gennaio, gli indovini ingaggiati dal broker CLSA hanno ideato il Feng Shui Index, secondo il quale il mercato azionario di Hong Kong nella prima metà dell’anno avrà un buon andamento. Superstizioni a parte, la Cina ha davanti a sé un anno ricco di sfide ma anche di opportunità. Tra le preoccupazioni per il nuovo anno ci sono il debito pubblico locale, il sistema bancario ombra, il ritmo delle riforme economiche e il modo in cui l’economia cinese sarà interessata dal tapering statunitense. Kristina Sandklef, macroeconomista Asia di East Capital, individua le sfide e le opportunità che la seconda economia mondiale si troverà a fronteggiare nel corso del 2014.
Quanto al debito pubblico locale sembra che i leader cinesi siano pronti a tenerne sotto controllo la crescita e a risolvere il problema del finanziamento locale con una riforma delle tasse. Nonostante il rallentamento dell’economia del Paese asiatico, secondo Sandklef “non ci sarà un programma di stimoli massiccio come quello del 2008/2009 e questo rappresenta una buona notizia, visto che la ristrutturazione economica necessaria – che include quella del debito pubblico locale – alla fine dovrà essere affrontata e il lancio di un ampio programma di stimoli posticiperebbe ulteriormente le necessarie riorganizzazioni”.
“In qualità di investitori, teniamo d’occhio il debito pubblico locale che, al momento, non ci preoccupa molto. Uno dei motivi è rappresentato dal fatto che i leader cinesi hanno sottolineato il loro impegno ad accertarsi che il debito non sfuggirà al loro controllo – aggiunge  l’economista di East Capital – Un secondo motivo è che la maggior parte del debito è in Renminbi e ciò significa che sarà più facile da gestire per la Banca Popolare Cinese. Inoltre, è importante ricordare che anche i governi locali su cui pesano i debiti possiedono importanti asset come fabbriche, terreni e proprietà, grazie alle quali possono ottenere profitti”. 
Il sistema bancario ombra è un’altra importante fonte di preoccupazione dell’economia cinese. Poco prima del Capodanno Cinese un paio dei più grandi fondi fiduciari hanno fatto default e si è letto che alcuni dei loro proprietari sono scomparsi. Uno di questi fondi era collegato a ICBC (Industrial and Commercial Bank of China), tra le principali banche di stato cinesi, che inizialmente aveva affermato che non avrebbe salvato gli investitori. “Anche se alla fine sembra che gli investitori siano stati compensati con il valore nominale dei loro investimenti è però probabile che si verificheranno altri default nel settore – sottolinea Sandklef – A seguito di questo caso, i leader cinesi hanno dato maggiore priorità alla gestione di queste situazioni, al controllo del sistema bancario ombra e dei prodotti di investimento, per prevenire ulteriori default”.
Il ritmo delle riforme economiche da attuare sarà un’ulteriore sfida per la Cina quest’anno. Anche se Xi Jinping sembra propenso alle riforme, ciò non si traduce in rapidi cambiamenti a causa degli interessi acquisiti che si trova a dover affrontare, soprattutto nel settore statale. Che il cambiamento sia in corso è certo, se non altro per il fatto che la campagna anti corruzione sembra essere stata utilizzata per rimuovere i nemici politici e coloro i quali si opponevano alle riforme. Appena prima del Capodanno Cinese, i media di Hong Kong hanno riportato che le indagini contro Zhou Yongkang, ex membro del Comitato Permanente del Politburo e zar della sicurezza, si erano concluse e che l’esito sarebbe stato riferito al partito. Xi ha promesso che, nella sua campagna contro la corruzione, avrebbe dato la caccia a mosche e tigri, e Zhou Yongkang è decisamente una grossa tigre abbattuta.
Infine, per quanto riguarda il tapering statunitense, dato il surplus di partite correnti della Cina, la sua valuta è più immune di quella di molti altri paesi emergenti come, ad esempio, Indonesia e Turchia. La Cina vanta inoltre la più grande riserva di valuta estera da sempre, arrivata oggi a quota 3,8 mila miliardi di dollari. Il tapering statunitense, al contrario, potrebbe portare benefici, dato che potrebbe significare una ripresa dell’economia USA e una conseguente ripartenza delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, con effetti positivi per la crescita del paese.