La Cina fra antiche e nuove sfide a 100 anni dalla rivoluzione
Fidelity Worldwide Investment analizza alcuni fra i più importanti trend economico-finanziari della Cina moderna nel centenario della fine dell’Impero. Pubblichiamo di seguito un commento di due dei maggiori gestori di Fidelity specializzati sul mercato cinese, Raymond Ma, Gestore del FF China Consumer Fund e Bryan Collins, Gestore del FF China RMB Bond Fund.
Il 12 febbraio 1912 abdicava l’ultimo imperatore cinese, Xuantong della dinastia Qing. La rivoluzione che pose fine all’Impero e diede inizio alla Repubblica è ancora oggi celebrata insieme al suo eroe rivoluzionario, Sun Yat-Sen. In linea con gli obiettivi del movimento rivoluzionario, a partire dallo stesso 12 febbraio 1912 furono introdotte numerose riforme rivolte alla modernizzazione della società cinese e a una maggiore apertura del Paese al resto del mondo. Il significato storico della rivoluzione va ben oltre i principi di nazionalismo, democrazia e socialismo professati dai suoi leader e si estende fino a oggi, in particolare nella sfera economico finanziaria.
A 100 anni dalla rivoluzione e dalla fine dell’Impero, la Cina si è modernizzata in numerose sfere, soprattutto a livello economico, divenendo un punto di riferimento internazionale grazie a una solida crescita che si prevede porterà Pechino nel prossimo decennio a essere la prima economia al mondo, superando anche gli Stati Uniti.
L’economia cinese, con un PIL in aumento di oltre l’8% anche nel 2011, è guidata da politiche governative che sono attualmente focalizzate su due importanti cardini: la crescita dei consumi interni e l’internazionalizzazione del renminbi, la valuta cinese fino a non molto tempo fa non acquistabile dagli investitori internazionali.
La crescita dei consumi è perseguita in maniera decisa dal Governo di Pechino, come definito anche dal Piano Quinquennale che mira a elevare lo stile di vita della popolazione per garantire maggiore stabilità al Paese e rafforzare i driver interni della crescita economica, riducendo così la dipendenza dalle esportazioni, in particolare verso i Paesi Occidentali che stanno vivendo negli ultimi anni una congiuntura difficile.
L’aumento dei consumi in Cina sta avvenendo con una rapidità straordinaria anche grazie alle misure introdotte dal Governo di Pechino, fra cui l’aumento dei salari medi, che si prevede raddoppieranno nei prossimi 7 anni.
Raymond Ma, Gestore di FF China Consumer Fund, il fondo di Fidelity dedicato specificamente al trend dell’aumento dei consumi in Cina, spiega che: “La crescita dei consumi, e il conseguente ribilanciamento dell’economia cinese, è supportata dalla crescente urbanizzazione e da profondi cambiamenti socio-demografici. I cambiamenti in atto, infatti, non coinvolgono solo la fascia meno abbiente che vive nelle grandi città ma anche, da un lato, la popolazione delle campagne e, dall’altro, le fasce più benestanti. Ad esempio coloro che attualmente hanno un reddito annuo di oltre 30 mila dollari sono oggi 95 milioni, pari all’intera popolazione della Germania e nel 2015 saranno oltre 201 milioni (quanto Italia, Germania e Francia messe insieme) su una popolazione totale di 1 miliardo e 350 milioni. Nel 2020 questa fascia di benestanti salirà a 424 milioni, pari all’intera popolazione dell’Europa occidentale. Questi cambiamenti offrono numerose opportunità di investimento in aziende in forte crescita e la cui performance non dipende dalle esportazioni verso economie attualmente in rallentamento”.
Un’altra area alla quale il Governo di Pechino presta forte attenzione è quella dell’internazionalizzazione della valuta cinese, il renminbi (RMB). Attualmente la Cina sta concludendo nuovi accordi che condizionano l’acquisto di beni al pagamento in renminbi, come nel caso di quanto stipulato recentemente con il Giappone e dei trattati firmati in precedenza con Russia, Brasile e Argentina. Inoltre sono in corso discussioni per estendere accordi simili a numerosi altri partner commerciali, sia in Asia che in Africa.
In passato il renminbi aveva un cambio fisso e non poteva essere acquistato da investitori internazionali, mentre recentemente, grazie all’istituzione del Renminbi CNH, è divenuto possibile acquistare liberamente la valuta cinese sul mercato di Hong Kong
beneficiando così dell’apprezzamento che questa divisa ha dimostrato negli ultimi anni.
La politica di internazionalizzazione del renminbi si sta, dunque, dimostrando molto efficace e numerosi osservatori ritengono che presto la valuta cinese potrà sostituire lo yen giapponese come principale moneta di riferimento in Asia, con quello che ne
consegue in termini di domanda internazionale e di potenziale apprezzamento di questa divisa. Bryan Collins, Gestore del FF China RMB Fund, che investe in obbligazioni di alta qualità emesse proprio nella valuta cinese osserva: “Le obbligazioni e i depositi in renminbi aperti agli investitori internazionali sono un mercato giovane che si è triplicato nell’ultimo anno e la cui crescita sembra destinata ad aumentare. Ritengo quindi che vi siano interessanti opportunità per gli investitori che desiderano beneficiare, attraverso le migliori obbligazioni in RMB, dell’esposizione alla valuta cinese”.
La spinta modernizzatrice che ha caratterizzato la nascita della Cina moderna, iniziata cento anni fa, non sembra dunque essersi ancora conclusa e il Paese, che solo un secolo fa appariva arretrato e fragile, sta portando avanti in maniera efficace le riforme
necessarie per rendere la propria crescita economica maggiormente solida e indipendente e per ottenere un ruolo sempre più di primo piano a livello globale. Il cammino verso la modernizzazione della Cina può, per alcuni versi, non essersi ancora concluso ma certamente un secolo fa pochi avrebbero osato immaginare che la Cina, con la sua economia statica, sarebbe divenuta dopo soli cento anni il motore della crescita a livello globale.