Cina: Fmi, profonda recessione europea potrebbe dimezzare la crescita cinese
La Cina dovrà guardare con estrema attenzione agli sviluppi della situazione in Europa, con una grave recessione del Vecchio continente che porterebbe contraccolpi non indifferenti anche per le prospettive di crescita del Dragone. Lo rimarca il Fondo Monetario Internazionale nel China Economic Outlook diffuso oggi e che evidenzia come la crescita della prima potenza asiatica, che si è attestava al 9,2% lo scorso anno, potrebbe cadere bruscamente se la zona euro subirà una forte recessione.
La previsione base del Fmi è comunque di una crescita l’1% circa inferiore rispetto allo scorso anno con un ritmo dell’8,25% (dal +9% previsto lo scorso settembre) per poi riaccelerare il prossimo anno con un +8,75%.
La previsione base del Fmi è comunque di una crescita l’1% circa inferiore rispetto allo scorso anno con un ritmo dell’8,25% (dal +9% previsto lo scorso settembre) per poi riaccelerare il prossimo anno con un +8,75%.
Forte rallentamento globale deprimerebbe l’export cinese
In caso di uno scenario più negativo di quello base contenuto nel World Economic Outlook diffuso il mese scorso, il contagio europeo potrebbe indebolire l’attività economica globale del 2% con ripercussioni nell’ordine del 4% per la Cina che vedrebbe soprattutto l’export risentire maggiormente della minore domanda (Europa e Stati Uniti incidono su circa la metà dell’export cinese). La crescita cinese rischia pertanto di passare dal +8,25% dello scenario base a un modesto +4,25%. Ma le contromisure di Pechino, attraverso un piano di stimolo fiscale, potrebbero ridurre l’impatto negativo a solo l’1% in meno di crescita.
In caso di uno scenario più negativo di quello base contenuto nel World Economic Outlook diffuso il mese scorso, il contagio europeo potrebbe indebolire l’attività economica globale del 2% con ripercussioni nell’ordine del 4% per la Cina che vedrebbe soprattutto l’export risentire maggiormente della minore domanda (Europa e Stati Uniti incidono su circa la metà dell’export cinese). La crescita cinese rischia pertanto di passare dal +8,25% dello scenario base a un modesto +4,25%. Ma le contromisure di Pechino, attraverso un piano di stimolo fiscale, potrebbero ridurre l’impatto negativo a solo l’1% in meno di crescita.
Osservato speciale il mercato immobiliare, quali le possibili contromisure?
L’organismo di Washington rimarca infatti come Pechino abbia la possibilità di attuare misure fiscali volte a ridurre l’impatto di eventuali shock esterni. “Il governo cinese potrebbe attenuare l’impatto di un rallentamento più profondo con misure, tra cui stimoli fiscali che ammontano a circa il 3 per cento del prodotto interno lordo”, afferma l’Fmi.
Tra i maggiori rischi c’è poi quello di un tonfo incontrollato del mercato immobiliare. Il Fmi propone la possibile applicazione di misure selettive volte ad allentare alcune restrizioni di acquisto per la prima casa e per i gruppi a basso reddito, oppure accelerare la costruzione di progetti di edilizia sociale.
L’organismo di Washington rimarca infatti come Pechino abbia la possibilità di attuare misure fiscali volte a ridurre l’impatto di eventuali shock esterni. “Il governo cinese potrebbe attenuare l’impatto di un rallentamento più profondo con misure, tra cui stimoli fiscali che ammontano a circa il 3 per cento del prodotto interno lordo”, afferma l’Fmi.
Tra i maggiori rischi c’è poi quello di un tonfo incontrollato del mercato immobiliare. Il Fmi propone la possibile applicazione di misure selettive volte ad allentare alcune restrizioni di acquisto per la prima casa e per i gruppi a basso reddito, oppure accelerare la costruzione di progetti di edilizia sociale.
Intanto importanti riscontri per la Cina in arrivo giovedì prossimo circa l’andamento dell’inflazione cinese di gennaio dopo che già a dicembre aveva evidenziato chiari segnali di rallentamento attestandosi al +4,1% annuo. Minori pressioni inflattive che dovrebbero favorire Pechino nell’applicare nuove misure di stimolo. Una prima mossa è arrivata a dicembre con la banca centrale cinese che ha tagliato di 50 punti base il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche commerciali e potrebbe abbassarlo ulteriormente nei prossimi mesi.