Cina: il Fmi a favore della rivalutazione dello yuan, appuntamento per tutti al G20
Nuova puntata della querelle Usa-Cina. Dopo che un portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, Qin Gang’s, sul sito internet del ministero aveva risposto alle accuse in arrivo da Washington, oggi è stato il capo-economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, a prendere la parola.
Secondo Qin, “l’esecutivo cinese deciderà in merito alla riforma del tasso di cambio dello yuan in base alla propria volontà ed a quelli che saranno gli sviluppi dell’economia interna ed internazionale”. Le richieste degli Stati Uniti affinché la Cina rivaluti lo yuan sono state definite da Qin “ingiuste e dannose”.
Oggi Blanchard ha voluto porre l’accento sui benefici per la Cina da uno yuan più forte dato che “diversi settori economici si stanno surriscaldando ed i lavoratori chiedono stipendi più elevati”, è nell’interesse delle stesse autorità di Pechino “tenere l’inflazione, e quindi il potere di acquisto, sotto controllo”. “Non conosco né la misura né i tempi attraverso i quali l’operazione dovrebbe essere condotta, ma so che si tratta di una misura che va incontro alle esigenze cinesi ed è importante per il resto del mondo che venga attuata in tempi brevi”, ha concluso Blanchard.
Appuntamento quindi a Toronto, dove in occasione del G20 anche gli altri Paesi Bric (Brasile, Russia, India e appunto Cina) potrebbero far presente a Pechino che uno yuan debole penalizza anche le loro economie.