Cina: balzo oltre le attese del Pil, si aprono nuovi spazi per una stretta creditizia
La Cina si conferma come il motore della crescita economica mondiale. Il Pil (prodotto interno lordo) cinese è balzato dell’8,7% nel 2009 battendo la stima ufficiale del Governo fissata al +8%. Il risultato, a differenza di quanto avvenuto per le principali economie occidentali, è stato ampiamente positivo e possibile grazie ai massicci stimoli fiscali che hanno contrastato efficacemente la recessione mondiale. La lettura, resa nota questa notte dall’Ufficio di statistica, supera anche il +8,5% stimato dagli analisti anche se registra un rallentamento rispetto al record messo a segno nel 2008 quando il Pil era salito del ben 9,6%. Rialzo sostenuto anche sul finire del 2009. Il Pil cinese ha registrato nel quarto trimestre un balzo del 10,7%.
La reazione sul mercato è stata però contrastata. Se da una parte si festeggia il successo delle misure anti-crisi e la crescita dell’economia, dall’altra si aggiungono i timori di una stretta dell’accesso al credito nel Paese del Dragone, così come preannunciato nei giorni scorsi. La banca centrale dell’ex Celeste impero ha invitato infatti le banche a ridurre l’erogazione dei crediti per evitare una crescita economica eccessiva e il rischio di bolla.
La Borsa di Shanghai si è lasciata contagiare dal buon dato del Pil chiudendo la seduta odierna in rialzo dello 0,22%. A beneficiare del buonumore sono stati soprattutto i titoli finanziari, come l’Industrial & Commercial Bank of China e la China Construction Bank Corp, in progresso di quasi 2 punti percentuali. A soffrire sono stati invece i big dei metalli, come il gigante del rame Jiangxi Copper, sulla paura che il governo cinese inasprisca le misure sul credito con conseguenze sulla domanda di metalli, di cui la Cina è il maggior consumatore. Timori che hanno pesato maggiormente sulla Borsa di Hong Kong che ha archiviato la seduta con un -1,99%. Allargando lo sguardo sull’area Asia-pacifico, anche sulla Borsa di Sydney si è respirata una certa incertezza. L’indice S&P/Asx 200 ha ceduto lo 0,8%, appesantita dal comparto dei metalli. reazione opposta invece in Giappone, dove l’indice Nikkei della piazza azionaria di Tokyo ha incassato un +1,2%.