A. Capuano: l’intervento della SNB potrebbe provocare un deflusso di liquidità verso azioni e bond
Seduta decisamente movimentata per il mercato valutario. La decisione annunciata questa mattina dalla Swiss National Bank, la Banca centrale svizzera, di fissare il cambio euro/franco svizzero ad un minimo di 1,2 franchi, per un giorno ha fatto passare in secondo piano la crisi del debito europea.
“Con effetto immediato -si legge nella nota diffusa dalla SNB- non sarà più tollerato un cambio euro/franco al di sotto di 1,2”, un livello che comunque è stato definito “sopravvalutato”. Il franco svizzero scambia 1,2030 contro euro, l’8,9% in più rispetto al dato precedente, e 0,8607 nel cross con il biglietto verde, +9,6%.
“Questo tipo di manovra va a stroncare ulteriori spinte speculative. I livelli raggiunti nelle scorse settimane avevano cominciato a rendere estremamente difficile l’attività di export delle aziende. La Swiss National Bank è sempre intervenuta sul mercato, ma con interventi sporadici che hanno solo limitato gli acquisti di franchi svizzeri nel breve”, ha dichiarato Alessandro Capuano, head of IG Markets Italia.
“Dichiarare apertamente -continua Capuano- il valore minimo al quale si intende tenere il cambio potrebbe rendere meno interessante l’investimento in franchi e favorire un riposizionamento anche verso asset class più rischiose. Ci sono le condizioni per un deflusso di liquidità in franchi verso azioni e bond, cosa che è assolutamente mancata nelle ultime settimane”.
La mossa della SNB ha allentato la tensione anche sull’altra valuta rifugio per antonomasia, lo yen. Gli operatori temono che una misura del genere, ma questa volta contro il dollaro, potrebbe essere messa in atto anche dalla BoJ, la Bank of Japan. Il cambio dollaroyen sale dello 0,7% a 77,48 mentre il cross con la moneta unica si attesta a 108,35.
Il dollaro nelle ultime ore ha ampliato i guadagni contro l’euro scendendo poco prima della chiusura dei listini nel Vecchio continente sotto quota 1,4 (1,3972 dollari), a livelli che non si vedevano dal 13 luglio. Il biglietto verde ha capitalizzato la pubblicazione dell’indice che misura la fiducia dei direttori degli acquisti del settore servizi, salito a 53,3 punti ad agosto.
Segno meno anche per il cross con l’aussie, il dollaro australiano, che scende a 1,3305. Come da attese il Comitato esecutivo della Reserve Bank of Australia questa notte ha confermato i tassi di interesse al 4,75%. La decisione è stata presa alla luce delle attuali condizioni dei mercati finanziari. “L’outlook relativo all’economia globale appare ora meno roseo rispetto ad un anno fa” hanno sottolineato da Sydney.