News Notizie Italia Capuano: Borsa Italiana infrastruttura importante del Paese, nel futuro l’indipendenza

Capuano: Borsa Italiana infrastruttura importante del Paese, nel futuro l’indipendenza

Pubblicato 7 Luglio 2020 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:22
“Io avrei voluto quotarla, ma non è stato possibile. La Borsa era l’unico soggetto deputato all'ammissione a quotazione, non poteva quotare sé stessa. La Consob avrebbe potuto attivarsi al posto della Borsa, ma solo in caso di necessità e urgenza”. Così Massimo Capuano, ex AD di Borsa Italiana nel corso di un’intervista a Il Sole 24 Ore parlando delle nozze di Piazza Affari con la Borsa di Londra, un’operazione carta contro carta che la valorizzava 1,3 miliardi. “Era il momento in cui tutte le Borse cercavano di aggregarsi per fronteggiare la concorrenza globale anche di piattaforme non regolamentate. E noi avevamo negoziato un accordo molto favorevole. I soci di Borsa italiana, le banche e Emittenti titoli avrebbero avuto insieme una quota del 28% e sarebbero stati il primo blocco nell’azionariato dell’Lse” afferma Capuano.
“Gli azionisti italiani nel tempo sono usciti e loro (ndr: gli inglesi) hanno fatto quello che hanno voluto”. “Era nei piani che avrebbero sviluppato le attività di post-trading di Borsa italiana, ma questo non è avvenuto. Va bene che hanno rilevato la London clearing house (Lch), ma l’internazionalizzazione delle infrastrutture italiane non c’è stata. Avrebbero potuto comprare un mercato dei derivati che tuttora non hanno. Hanno perso il Liffe e l’Lme – i mercati a termine sulla piazza londinese –, avrebbero potuto sviluppare l’Idem, il mercato dei derivati di Borsa italiana, ma non l’hanno fatto” continua l’ex AD. “Quando ero ad di Borsa italiana avevo lavorato molto per cercare di mettere insieme Euronext e Deutsche Börse, ma non si è riusciti a trovare la quadra. Una Borsa italiana indipendente potrebbe pensare al suo futuro, anche a livello internazionale, senza che a decidere del suo destino siano inglesi e/o francesi” conclude Capuano.