A meno di un mese dal matrimonio con Unicredit, Capitalia si congeda alzando il velo sui conti semestrali, approvati dall’ultimo consiglio di amministrazione presieduto da Cesare Geronzi – e presentati ufficialmente durante una conferenza telefonica per gli analisti e la stampa. Risultati che sono stati snocciolati dal vice amministratore delegato dell’istituto capitolino, Paolo Fiorentino, che dopo la dipartita dell’amministratore delegato, Matteo Arpe, ha assunto il compito di traghettare la banca romana fino alla conclusione della fusione con il gruppo di piazza Cordusio, che dovrebbe avere efficacia a partire dal primo ottobre.
In dettaglio, è stata presentata una semestrale positiva e soprattutto in linea per le nozze con Unicredit. Nei primi sei mesi del 2007 l’utile netto consolidato si è attestato a 530,9 milioni di euro, mettendo a segno un calo del 5,7%, un dato è in flessione a causa del venire meno di partite straordinarie per 90 milioni (solo la cessione di Fineco Assicurazioni ne aveva portati in cassa 50). Mentre il totale dei ricavi ha raggiunto quota 2.960,9 milioni, in aumento del 9,8% rispetto al dato di giugno 2006. Positivo anche risultato lordo di gestione pari a 1.295,5 milioni, con un miglioramento del 18,3% rispetto al primo semestre 2006.
Per quanto riguarda gli altri indicatori economici del semestre, chiuso al 30 giugno, il margine d’interesse è arrivato a quota 1.546,8 milioni, registrando una crescita dell’11,2% rispetto al corrispondente periodo del 2006. Un andamento che riflette la positiva evoluzione degli aggregati patrimoniali e la gestione degli spread creditizi. Il margine – come si apprende in una nota – include la quota di interessi per circa 138 milioni connessa all’effetto time value determinatosi in conseguenza dell’applicazione del criterio del costo ammortizzato prevalentemente sui crediti dubbi. In lieve rialzo anche le commissioni nette che si sono attestate a 865,7 milioni e si raffrontano con 862,1 milioni del primo semestre del 2006 (+0,4%).
Fiorentino si è dimostrato ottimista anche sul fronte reddituale: “Siamo fiduciosi di poter rispettare la nostra promessa di un utile per azione (eps) pari a 56 centesimi. Riamane ancora il nostro target per la fine del 2007. Indubbiamente, la crisi dei muti subprime, scoppiata in America in agosto, ha minato un pò la nostra fiducia, ma siamo convinti comunque che daremo al mercato quanto abbiamo promesso”.
A riprova di quanto affermato dall’amministratore delegato pro tempore, nel comunicato diffuso da Capitalia si legge che “le società appartenenti al gruppo non presentano alcuna esposizione diretta o indiretta a rischi connessi al comparto subprime attraverso crediti (mutui), investimenti in titoli derivanti da cartolarizzazioni o aventi come sottostanti mutui subprime, affidamenti di controparti specializzate nell’origination, strutturazione o gestione dei prodotti in questione, fondi comuni di investimento mobiliare esposti ai relativi rischi”.