C. Beauchamp: la crescita del Regno Unito allenta la pressione sulla BoE

Sul valutario oggi è stato il giorno della sterlina, che dopo il dato sul Pil del terzo trimestre ha incassato la promozione di S&P’s. Nel trimestre al 30 settembre la crescita d’Oltemanica si è attestata allo 0,8% congiunturale ed al 2,8% annuo, contro attese di un rialzo dello 0,4% t/t e del +2,4% a/a. A seguire è arrivata la promozione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che nel ribadire la tripla A ha alzato l’outlook sul debito da “negativo” a “stabile”.
Nonostante questi dato sarà rivisto, Christopher Beauchamp di IG Markets rileva che “la continua crescita dell’economia rappresenta una buona notizia per il Cancelliere George Osborne, che ha affrontato le critiche degli economisti e l’opposizione laburista secondo cui la sua revisione della spesa potrebbe danneggiare la ripresa economica del Regno Unito”. Per Beauchamp “il tasso di crescita in aumento allenterà la pressione sulla BoE affinché riprenda un ciclo di QE”. La sterlina in questo momento quota 1,5862 dollari, 128,84 yen e scambia a 0,8748 nell’eurgbp.
In calo anche l’euro/dollaro, che oggi sconta lo scetticismo dei consumatori tedeschi (indice Gfk stabile a 4,9 punti) ed il miglioramento a 50,2 punti della fiducia dei consumatori statunitensi ad ottobre. Beauchamp rileva come la ripresa tedesca potrebbe costringere la BCE ad alzare i tassi di interesse soffocando “ogni inizio di ripresa in paesi come Irlanda, Spagna e Grecia, una naturale conseguenza della politica ‘one-size-fits-all’ dell’Unione monetaria europea”.
Nella stessa direzione le dichiarazioni dell’amministratore del fondo obbligazionario Pimco, Mohamed El-Erian, secondo il quale la Grecia rischia il default sul proprio debito entro tre anni. Per l’analista di IG Markets “i timori di default della zona euro potrebbero indebolire l’euro, ed in questo caso gli investitori cercheranno rifugio nel dollaro americano”.
Il greenback guadagna terreno anche contro la divisa giapponese portando il cross tra le due valute a 81,200 yen, mezzo punto percentuale in più rispetto a ieri. Beauchamp sottolinea che le autorità giapponesi per frenare il superyen stanno usando la teoria “madman” del presidente Nixon: gli interventi non vengono più annunciati e si agisce a sorpresa.