Notizie Notizie Italia Bund sotto attacco, mentre torna la voglia di Btp. Spread ai minimi dal 2016

Bund sotto attacco, mentre torna la voglia di Btp. Spread ai minimi dal 2016

1 Febbraio 2018 15:59

Prosegue il sell-off sul Bund tedesco, mentre tengono i titoli di Stato periferici, BTP compreso. L’andamento odierno sull’obbligazionario va ad accentuare ulteriormente la tendenza degli ultimi giorni con le vendite concentrate soprattutto sui titoli tedeschi anche alla luce dei dati sull’inflazione di ieri, risultata più forte del previsto, e che hanno alimentato ulteriormente le attese di una modifica della guidance sui tassi da parte della Bce.

Il rendimento del bund decennale tedesco ha consolidato sopra quota 0,7% sui massimi da fine 2015. Il movimento nelle ultime settimane ha riguardato tutto l’obbligazionario governativo, con Treasury in testa (rendimenti ai massimi dal 2014) con principale catalyst che rimane l’attesa di una forte crescita economica con banche centrali che potrebbero agire più velocemente nel percorso di normalizzazione del costo del denaro.

Spread di slancio sotto quota 130

Lo spread Btp/Bund è sceso quest’oggi fino a un minimo a 127 punti base, livello che corrisponde al punto più basso dal lontano settembre 2016. Solo un mese fa lo spread viaggiava sopra i 160 punti base. Un restringimento di oltre 30 punti base che sembra non temere l’avvicinarsi delle elezioni politiche italiane del prossimo 4 marzo. Il rendimento del Btp decennale è tornato sotto la soglia del 2% che era stata violata al rialzo nelle scorse sedute.

 

Il 32% dei Btp e Bot in mano agli stranieri, -20% lo stock in mano a famiglie e imprese

Secondo uno studio di Unimpresa, basato su dati della Banca d’Italia aggiornati a ottobre scorso, un terzo del debito pubblico italiano è in mano agli stranieri, anche se la quota degli investitori esteri è un po’ calata, negli ultimi due anni, dal 34% al 32%. Tra il 2015 e il 2017, è invece raddoppiata la fetta di titoli pubblici detenuta dalla Banca d’Italia che ha incrementato di quasi 200 miliardi di euro (+108%) gli acquisti di bot e btp nell’ambito del piano promosso dalla Banca centrale europea. Scende da 149 miliardi a 120 miliardi (-20%), complice anche il forte calo dei rendimenti, lo stock di obbligazioni pubbliche emesse dal Tesoro detenuto da famiglie e imprese. Si è alleggerito di quasi 32 miliardi, invece, il portafoglio di bond dello Stato italiano posseduto dalle banche. Sono i dati principali di una analisi del Centro studi di Unimpresa sul debito pubblico italiano – che a ottobre scorso ha raggiunto quota 2.289 miliardi – secondo la quale i titoli sottoscritti da fondi e assicurazioni sono calati di 28 miliardi (-19%) a 120 miliardi.

“Questi numeri sono fondamentali per capire il grado di attenzione degli osservatori mondiali in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo” osserva il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. “Chiunque vincerà questa tornata elettorale o comunque riuscirà a formare un governo dovrà fare i conti con i big mondiali della finanza, esattamente come è accaduto negli ultimi decenni. Nonostante gli sforzi della Bce, siamo sempre sotto pressione e il potere delle grandi banche d’affari internazionali, che hanno la maggioranza relativa di “Italia spa”, è enorme” aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.