Bufera su Mps, ira sindacati dopo frase manager: “Venditore mi disse: successo? Come con le donne, provarci con tutte”
Mps torna al centro dei riflettori: stavolta non per la paura che lo Stato -ergo i contribuenti – debba versare altri soldi di tasca propria, ma per una gaffe del manager della banca senese che, ricordiamo, è controllata per il 64% dal Tesoro, e le cui sorti continuano a preoccupare gli addetti al settore.
Oltre al danno, viene ora da dire, la beffa, arrivata con le parole del chief commercial officer Pasquale Marchese riportate da La Repubblica di Firenze, nell’articolo che porta la firma di Maurizio Bologni e Azzurra Giorgi.
Il segreto del “top performer” dei venditori di prodotti assicurativi? Marchese racconta quello che gli raccontò un venditore di successo: “Fa come con le donne, prova con tutte”.
Di seguito le testuali parole proferite da Pasquale Marchese, responsabile area commerciale del Monte dei Paschi, che ha parlato nel bel mezzo di un corso di formazione, a cui hanno partecipato, sottolinea La Repubblica, “titolari di filiale, manager della direzione commerciale, gestori, in totale una platea potenziale di alcune migliaia di persone collegate da remoto alla call riservata”
“Gli chiesi: come fai a vendere così tanti prodotti, dipende dalla formazione che hai fatto, dipende dalla conoscenza dei clienti, da che dipende? Lui mi rispose in dialetto. Mi disse. “‘Ingegne’, che le devo dire, è come quando uno deve conquistare una donna, io ci provo con tutte, poi qualcuna ci starà”.
Probabilmente consapevole del rischio di sollevare un polverone, Marchese aggiunge che il racconto “vale per le signore come per i signori”.
Ma lo scivolone ormai c’è stato. Apriti cielo, e giustamente. I sindacati vanno alla carica e in comunicato interno – riporta sempre il quotidiano -, parlano di “un episodio di mancanza di rispetto e di sensibilità nei confronti della professionalità di tutti i nostri colleghi senza distinzione di genere”.
Per ora nessun comunicato ufficiale dalla banca senese. Ma fonti interne anticipano il siluramento del manager di un istituto che già, con i suoi guai, sta assillando un intero paese, confermandosi neo eccellente del sistema bancario italiano.
Mps, si sa, è l’Alitalia del credito, quella banca che va avanti con i soldi di Stato.
Le ultime novità sul suo destino sono arrivate di recente con l’audizione del ministro dell’Economia Daniele Franco alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, di qualche giorno fa.
Il ministro ha confermato l’inizio delle trattative tra il Tesoro maggiore azionista di Mps con una quota del 64% e l’Unione europea, volte a prorogare la scadenza per l’uscita del Tesoro dalla banca, già ampiamente sforata, visto che era stata fissata alla fine del 2021 nell’accordo siglato cinque anni fa, quando lo Stato entrò nel capitale del Monte con un intervento di ricapitalizzazione precauzionale.
“E’ stata avviata una interlocuzione con la Commissione europea per concordare un nuovo termine” sulla cessione – ha rimarcato Franco – La precedente era dicembre 2021″, ha ricordato il numero uno di Via XX Settembre, aggiungendo che ora “l’obiettivo del Mef è conseguire una congrua dilazione, per effettuare la dismissione della partecipazione in tempi adeguati, in modo da poter valutare attentamente tutte le opzioni e scegliere una opzione adeguata per il futuro della banca”.
“Siamo aperti a qualsiasi ipotesi di operatori interessati”, ha risposto il ministro interrogato dalla Commissione Banche anche in merito al dossier Banco BPM-Crédit Agricole, riferendosi dunque alla ricerca di un partner con cui cercare di far convolare di nuovo a nozze la banca che nessuno vuole:
“Credo sia importante avere una soluzione adeguata, abbiamo avuto la trattativa l’anno scorso con UniCredit e abbiamo concluso che non era adeguato quanto proposto”. Il perno attorno a cui verranno lanciate eventuali future trattative con eventuali operatori interessati, ha precisato il ministro, è che “non dobbiamo svendere”.
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In ogni caso la precedenza, ha detto Franco, dovrà essere data all’operazione di aumento di capitale, che dovrà avvenire entro la fine di quest’anno.
“Verosimilmente (la vendita)- potrà avere luogo soltanto dopo il nuovo aumento di capitale”, che dovrebbe essere effettuato entro il 2022, e dopo l’avvio delle iniziative per il contenimento dei costi.
In quell’occasione Franco ha aperto anche alla possibilità di una cessione di Mps a operatori stranieri, fattore che ha portato il quotidiano Il Messaggero a parlare di svolta copernicana del governo Draghi.