Notizie Brexit spinge il pound ai minimi da sette anni

Brexit spinge il pound ai minimi da sette anni

22 Febbraio 2016 16:57

L’ipotesi Brexit continua a penalizzare la sterlina. Segno meno per la divisa britannica che nel cambio con il dollaro, il c.d. cable, è scesa fino a 1,4057 usd, il livello minore da sette anni. Da ieri del fronte anti-Ue fa ufficialmente parte anche il vulcanico e popolarissimo sindaco di Londra Boris Johnson. Al momento il cross gbp/usd segna un calo dell’1,9% a 1,4128 mentre l’eur/gbp avanza di un punto percentuale a 0,7799.

L’endorsement di Johnson, da molti additato come successore di David Cameron alla guida del partito conservatore, arriva a conclusione del vertice europeo in cui sono state accolte tutte (o quasi) le richieste del premier britannico spingendolo a dichiarare che nel referedum del prossimo 23 giugno voterà per la permanenza all’interno della Ue. Una mossa caldeggiata anche dagli operatori che considerano la Brexit, l’uscita dall’Ue, “un salto nel buio”.

“Non c’è dubbio che il referendum sulla Brexit stia rapidamente diventando uno degli eventi a maggior tasso di rischio del 2016 per i mercati finanziari”, ha commentato Joshua Mahony, analista di mercato di IG. “La decisione di Boris Johnson di schierarsi a favore del ‘no’ non solo mina alle fondamenta i risultati ottenuti da David Cameron a Bruxelles, ma danneggia anche la fiducia nell’economia britannica”. Anche perché, con la crisi dei migranti che a giugno dovrebbe tornare sotto i riflettori, “l’ansia e la paura spingeranno certamente alcuni votanti a preferire una scelta maggiormente improntata all’isolazionismo”.

La sterlina continuerà a scendere. Questa la stima di John Higgins, analista di Capital Economics. “Confermiamo di attenderci un ulteriore calo rispetto al dollaro dagli attuali 1,41 a 1,30$”. Ma, continua Higgins, l’esperienza del referendum scozzese ci ha insegnato “che il cambio potrebbe rimbalzare se dovesse diventare chiaro agli investitori che l’elettorato britannico voterà per restare nell’Ue”.

Per Brian Hilliard e Michel Martinez di Societe Generale “c’è un 45% di probabilità di Brexit”. L’uscita di Londra “potrebbe ridurre la crescita britannica e quella europea fino a 1 punto e a un quarto di punto percentuale per i prossimi 10 anni”.