Brasile: S&P taglia nuovamente il rating verde-oro, verso Rio 2016 con paese ancora in profonda recessione
Prospettive non certo rosee per il Brasile. Nell’anno delle Olimpiadi estive di Rio 2016 il paese carioca si avvia a segnare ancora una profonda caduta recessione economica con all’orizzonte ancor a molte sfide economiche e politiche. Ieri è arrivata un’altra doccia fredda da Standard & Poor che ha tagliato il rating sul Brasile a BB da BB+ con outlook negativo. La maggiore agenzia di rating vede ancora un 33% di probabilità che arrivi un’altra bocciatura se il contesto non migliorerà. S&P aveva già abbassato il rating sul Brasile lo scorso settembre.
“Le sfide politiche ed economiche per il Brasile facce rimangono considerevoli e ci aspettiamo un processo di aggiustamento più prolungato con una correzione più lenta della politica fiscale”, si legge nel report di S&P che sottolinea anche i rischi di esecuzione per le politiche di bilancio correttive che rimangono elevati nel breve periodo alla luce “dell’incapacità del governo di far passare alcune misure di bilancio a fine 2015”. Nonostante il governo preveda un tavolo di riforme strutturali, come ad esempio sulle pensioni, S&P si aspetta che, anche dopo la conclusione del processo di impeachment del presidente Dilma Rousseff, la vitalità delle riforme rimarrà limitata a prescindere da chi sarà il presidente.
Ripresa economica solo nel 2017
S&P stima che nel 2015 l’economia brasiliana abbia segnato una contrazione del Pil del 3,6% e per quest’anno prevede un calo ulteriore del 3%. La ripresa arriverà solo nel 2017.
S&P stima che nel 2015 l’economia brasiliana abbia segnato una contrazione del Pil del 3,6% e per quest’anno prevede un calo ulteriore del 3%. La ripresa arriverà solo nel 2017.
Lo scorso mese il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al ribasso le stime sul Brasile indicando una recessione del 3,5% quest’anno. Si tratterebbe della più acuta striscia negativa da oltre un secolo per l’economia carioca che dal lontano 1901 non evidenzia un calo del Pil del 3% a seguito di un anno di recessione.