Bpm pronta a diventare spa, Autogrill vicina alla riorganizzazione
Diversi gli spunti societari oggi sulla piazza di Milano che vede come protagoniste Autogrill e Popolare di Milano. Torna sotto i riflettori anche Saipem.
Autogrill, vicina la separazione delle attività
Occhi puntati oggi su Autogrill. Il titolo, sospeso in avvio, segna un rialzo di quasi il 6% a 9,50 euro. Il gruppo ha reso noto di aver avviato uno studio di fattibilità avente ad oggetto una possibile operazione di riorganizzazione industriale e societaria, volta alla separazione dei due settori di attività “Food & Beverage” e “Travel Retail & Duty Free”, che potrebbe prevedere la scissione parziale, proporzionale degli assets e delle passività afferenti il business Travel Retail facenti oggi capo ad Autogrill.
Bpm presto spa?
Riflettori puntati anche sulla Popolare di Milano, il cui titolo è in asta volatilità con un progresso teorico del 14,23% a 0,565 euro. Secondo quanto riportato da La Repubblica, i vertici della banca di Piazza Meda starebbero pensando a trasformare l’istituto in una spa. Il progetto, a detta del quotidiano romano, sarebbe già noto a Banca d’Italia con il presidente del consiglio di gestione, Andrea Bonomi, che avrebbe già illustrato il piano ai sindacati nazionali. Lo stesso Bonomi che punterebbe a luglio o a ottobre per riunire un’assemblea straordinaria che possa approvare il cambiamento.
Più nel dettaglio, si legge sul giornale, il progetto del presidente del Cdg punterebbe al passaggio dal voto capitario a quello basato sul numero di azioni detenute e avrebbe come obiettivo la nascita di una Fondazione per Statuto al 5% degli utili della banca che eleggerebbe tre membri su 11 del consiglio di sorveglianza. In caso di approvazione del progetto, prosegue Repubblica, i dipendenti otterrebbero una somma tra i 350 e i 400 milioni di euro, pari all’incirca al 10% del patrimonio della banca. Il sistema duale infine verrebbe mantenuto ma con il consiglio di gestione che verrebbe allargato a sette rappresentanti.
Saipem
In luce anche Saipem (0,77% a 20,75 euro). La Consob ha convocato per lunedì i vertici della controllata di Eni per chiedere i motivi che hanno portato al pesante profit warning sul 2012-2013. L’allarme sugli utili aveva scatenato una valanga di vendite nella seduta di mercoledì 30 gennaio, quando il titolo Saipem aveva mostrato un crollo di circa 35 punti percentuali bruciando oltre 4 miliardi di euro di capitalizzazione. Ieri l’azione ha rialzato la testa guadagnando il 4,5% in una seduta in cui vigeva il divieto di vendere allo scoperto il titolo.