Bpm: in rosso il titolo a Piazza Affari dopo la dipartita Dini-Mincione
Male Banca Popolare di Milano (Bpm) a Piazza Affari dopo che nel weekend Lamberto Dini e Raffaele Mincione, secondo azionista di Bpm con in mano una quota del 7,02%, si sono ritirati dalla gara per il rinnovo dei vertici dell'istituto di credito milanese.
"Sono giunto alla conclusione, di intesa con Raffaele Mincione, che non sussistono più le condizioni e i presupposti che giustifichino un nostro diretto coinvolgimento nella vicenda Bpm - ha spiegato Dini in una nota - poiché quelle forze interne che per settimane avevano manifestato interesse e sostegno per la presentazione da parte nostra di una lista maggioritaria che avesse come obiettivo governare il necessario cambiamento, pur mantenendo la struttura partecipativa della banca, non sono piu presenti". E ancora: "Pertanto, anche se sollecitato, non desidero essere coinvolto in nessuna lista per il consiglio di sorveglianza della banca e ho consigliato Raffaele Mincione di non presentare una lista a nome del suo fondo di investimento".
Invito preso al volo dallo stesso Mincione, che in un comunicato ha dichiarato che "Il Fondo Athena seguirà il consiglio del presidente Dini e non presenterà una lista di candidati al consiglio di sorveglianza di Bpm". "Non posso che constatare che sono emerse profonde divergenze tra il programma di rilancio e di trasformazione della banca in un soggetto aggregante e non aggregato (nel rispetto della mutualità), di cui il presidente Dini ha cercato di rendersi portatore, e quello di chi mira al mantenimento dello status quo e del sistema di privilegi che hanno caratterizzato la banca negli ultimi decenni con le conseguenze a tutti note", ha proseguito Mincione.
"Queste divergenze, unite alla situazione poco trasparente per gli standard dei mercati internazionali, ai personali interessi dichiarati e non dichiarati, ai conflitti all'interno della compagine sociale e ai metodi usati da talune parti coinvolte nel confronto, rendono non possibile e opportuna la partecipazione del Fondo al prossimo rinnovo del consiglio di sorveglianza. Il Fondo Athena come azionista continuerà a vigilare dall'esterno sull'operato del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione della banca", ha concluso.
Porte spalancate a questo punto a Piero Giarda che si presenta ormai come prossimo vincitore alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Bpm in occasione dell'assemblea del 21 dicembre. In rosso il titolo sul Ftse Mib dove arretra dell'1,33% a 0,445 euro.
"Sono giunto alla conclusione, di intesa con Raffaele Mincione, che non sussistono più le condizioni e i presupposti che giustifichino un nostro diretto coinvolgimento nella vicenda Bpm - ha spiegato Dini in una nota - poiché quelle forze interne che per settimane avevano manifestato interesse e sostegno per la presentazione da parte nostra di una lista maggioritaria che avesse come obiettivo governare il necessario cambiamento, pur mantenendo la struttura partecipativa della banca, non sono piu presenti". E ancora: "Pertanto, anche se sollecitato, non desidero essere coinvolto in nessuna lista per il consiglio di sorveglianza della banca e ho consigliato Raffaele Mincione di non presentare una lista a nome del suo fondo di investimento".
Invito preso al volo dallo stesso Mincione, che in un comunicato ha dichiarato che "Il Fondo Athena seguirà il consiglio del presidente Dini e non presenterà una lista di candidati al consiglio di sorveglianza di Bpm". "Non posso che constatare che sono emerse profonde divergenze tra il programma di rilancio e di trasformazione della banca in un soggetto aggregante e non aggregato (nel rispetto della mutualità), di cui il presidente Dini ha cercato di rendersi portatore, e quello di chi mira al mantenimento dello status quo e del sistema di privilegi che hanno caratterizzato la banca negli ultimi decenni con le conseguenze a tutti note", ha proseguito Mincione.
"Queste divergenze, unite alla situazione poco trasparente per gli standard dei mercati internazionali, ai personali interessi dichiarati e non dichiarati, ai conflitti all'interno della compagine sociale e ai metodi usati da talune parti coinvolte nel confronto, rendono non possibile e opportuna la partecipazione del Fondo al prossimo rinnovo del consiglio di sorveglianza. Il Fondo Athena come azionista continuerà a vigilare dall'esterno sull'operato del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione della banca", ha concluso.
Porte spalancate a questo punto a Piero Giarda che si presenta ormai come prossimo vincitore alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Bpm in occasione dell'assemblea del 21 dicembre. In rosso il titolo sul Ftse Mib dove arretra dell'1,33% a 0,445 euro.