Pessima la reazione di Banca Popolare di Milano a Piazza Affari alle indiscrezioni su una possibile rinuncia dell’istituto di credito alla trasformazione in Spa. Il titolo di Piazza Meda sul Ftse Mib, dopo le difficoltà a fare prezzo in apertura, al momento segna un ribasso dell’8,58% a 0,469 euro.
Secondo quanto riportato dalla stampa nazionale che cita fonti sindacali, il presidente del consiglio di gestione di Bpm,
Andrea Bonomi, starebbe valutando di sospendere o addirittura archiviare del tutto il progetto di trasformazione in società per azioni ibrida della banca meneghina in cambio di una separazione più netta fra proprietà e gestione della banca. Progetto che fin dalla sua nascita è stato bersaglio di numerose critiche da parte dei dipendenti e dei sindacati interni alla Popolare. Lo stop in particolare arriverebbe dopo il
forte clima di tensione instauratosi dopo la bocciatura del voto a distanza nel corso dell’ultima assemblea e, secondo le voci, il piano sarà cancellato dall’ordine del giorno dell’assemblea in programma per il 22 giugno.
A pesare, scrive Il Sole 24 Ore, sarebbero anche le preoccupazioni giunte da Banca d’Italia sulle anomalie della governance della Popolare di Milano e solo due giorni Via Nazionale avrebbe inviato una missiva al consiglio di gestione e al consiglio di sorveglianza di Bpm invitandoli a evitare altre spaccature.
Nessun passo indietro invece, sempre stando alle indiscrezioni, da parte di Bonomi sull’aumento di capitale da 500 milioni di euro, la cui approvazione sarà anch’essa al vaglio degli azionisti in occasione della prossima assise. La ricapitalizzazione servirà al rimborso dei Tremonti bond in scadenza. Si saprà sicuramente qualcosa in più domani quando si riuniranno i consigli di gestione e di sorveglianza di Bpm.