Bpm: al via le grandi manovre, Bonomi detiene il 2,6%. Titolo positivo in Borsa
Sono iniziate le grandi manovre intorno alla Banca Popolare di Milano in vista dei prossimi appuntamenti: presentazione delle liste per il Consiglio di sorveglianza e di gestione, assemblea degli azionisti del 22 ottobre, aumento di capitale da 800 milioni di euro. Il nome più atteso è uscito allo scoperto: il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, su richiesta della Consob, ha annunciato di detenere il 2,6% del capitale di Bpm, in scia ad acquisti sul mercato direttamente e indirettamente attraverso società controllate. Nessuna dichiarazione da parte degli altri papabili ad entrare nell’istituto di piazza Meda, ovvero la Sator di Matteo Arpe e il fondo Clessidra guidato da Claudio Sposito.
“L’operazione va nella direzione del gruppo di private equity di avere una quota in Bpm per poi sottoscrivere l’aumento di capitale ed eventualmente incrementarla attraverso l’eventuale inoptato”, scrive Intermonte nella nota odierna raccolta da Finanza.com. Investindustrial, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe puntare ora a crescere in Bpm fino al 9,9%, soglia oltre la quale è necessaria l’autorizzazione da parte di Bankitalia. A Piazza Affari il titolo Bpm, che la scorsa settimana è stato protagonista di un vero e proprio rally, viaggia in controtendenza rispetto all’indice di riferimento Ftse Mib guadagnando circa il 2% a 1,79 euro.
“Il recente rialzo è legato quindi all’ingresso nel capitale di Investindustrial e secondo i nostri calcoli l’esborso dovrebbe essere stato pari a 15-20 milioni di euro”, sottolineano gli esperti di Intermonte secondo cui è difficile dire “se vi saranno ulteriori acquisti prima dell’aumento di capitale”. Per quanto riguarda la performance borsistica, Intermonte non vede “upside sul titolo se non su base speculativa ipotizzando spopolarizzazione e cessione della banca”.
Il clima all’interno dell’istituto di piazza Meda resta caldo ed oggi è in programma un Cda che dovrà esaminare il caso delle cosiddette “promozioni facili”, riferendosi ad un documento dei sindacato interni datato luglio 2010. Inoltre restano le incertezze sulle decisioni della Banca d’Italia sul nuovo Statuto approvato la scorsa settimana dal board Bpm, che dovrà passare l’esame di via Nazionale. Infine, sottolineano gli analisti di Equita, “sembra che vi sia una spaccatura fra le sigle sindacali dei soci dipendenti in vista del voto sul rinnovo delle cariche, che potrebbero rendere più incerto l’esito del voto in assemblea e la relativa assegnazione di poltrone nel Consiglio di sorveglianza e quindi di gestione”.