Notizie Notizie Italia Bper: domani il nuovo piano al 2025 (post Carige), le attese degli analisti

Bper: domani il nuovo piano al 2025 (post Carige), le attese degli analisti

9 Giugno 2022 15:26

A Piazza Affari Bper resta sotto i riflettori in attesa della presentazione domani del nuovo piano industriale 2022-2025 che rappresenterà, secondo gli analisti, uno dei principali catalyst per il titolo. Il tutto in un contesto in cui il comparto bancario è in primo piano in scia agli annunci odierni della Banca centrale europea (Bce), con il Consiglio direttivo che ha fatto sapere che intende innalzare i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base con la riunione di politica monetaria del 21 luglio.

Secondo S&P Global Ratings, un rialzo di 200 punti base dei tassi d’interesse porterebbe, in media, a un aumento del margine d’interesse di circa il 18% rispetto al 2021. E in questo contesto le banche italiane vengono indicate tra quelle che beneficeranno maggiormente da un aumento dei tassi.

Arriva il nuovo piano post Carige

“Il nuovo piano sarà l’occasione per presentare la strategia di gruppo incorporando la recente acquisizione di Banca Carige, un’operazione che riteniamo valida sia dal punto strategico che finanziario e che lascia spazio per una buona generazione di sinergie”, segnalano gli analisti di Equita che, alla vigilia del nuovo business plan, indicano anche altri elementi che saranno messi in primo piano.

Nel dettaglio, la sim milanese si sofferma sull’impatto sul Net interest income “dal rialzo della curva dei tassi (ultima indicazione: beneficio del 15% per 100 punti base di rialzo della curva)” e la “strategia per preservare/aumentare la penetrazione della clientela in un contesto economico sfidante”. Sul tavolo altre potenziali questioni come la “spinta sul fronte commissionale, anche attraverso una gestione maggiormente integrata delle fabbriche prodotto” e “l’efficienza operativa, alla luce delle azioni intraprese nei mesi scorsi (in particolare l’accordo per l’ottimizzazione del personale) e di maggiori investimenti in Italia e digitalizzazione”. Equita indica anche il “continuo focus sull’asset quality, considerando l’obiettivo di ulteriore riduzione dell’Npe ratio post acquisizione di Carige”.

Le stime sui target finanziari

Soffermandosi sui target finanziari, Equita si attende al 2024-2025, su base standalone (pre Carige), una bottom line di circa 570-690 milioni rispettivamente. Sulla base delle stime preliminari sulle possibili sinergie con Carige, a livello combined le attese del broker sono di un 2024/25 utile netto pari a circa 620-770 milioni rispettivamente, con un net interest income a 1,9-2 miliardi e un total income a 2,2-2,3 miliardi”. Il 2022, anticipano da Equita, “sarà invece un anno di difficile lettura considerando i numerosi elementi one-off”. A livello di dividendo, “ipotizziamo un payout in progressiva crescita, al 50% al 2025, con una distribuzione cumulata pari a circa 960 milioni”.

Intanto ieri il titolo è stato sostenuto dalla valutazione di Jefferies che ha confermato la raccomandazione di acquisto (rating buy) su Bper e ha rivisto al rialzo il target price che passa da 2,9 a 3,3 euro. “Vediamo ulteriori venti favorevoli dalla conferma dell’acquisizione di Banca Carige grazie al contesto sui tassi”, spiegano gli esperti secondo i quali “le aspettative sul ritorno per gli azionisti saranno alzate, con un payout atteso al 50% nel 2024 rispetto al 40% indicato dal consensus”.

Il punto tecnico su Bper (a cura di Simone Borghi)

Bper Banca sta esibendo una prova di forza dal punto di vista grafico. Dal minimo di periodo a 1,24 euro del 7 marzo scorso, il titolo ha avviato un primo rimbalzo che si è fermato di fronte al livello statico a 1,7 euro per poi entrare a metà marzo in una fase laterale tra il precedente livello e il supporto a 1,53 euro. Da qui è partito a 10 maggio un potente rimbalzo che ha fatto superare al titolo diversi livelli statici importanti tra cui la media mobile 200 periodi. Ora Bper sta effettuando il break della resistenza a 1,96 euro che, se confermato in chiusura, potrebbe spingere il titolo verso prima 2,08 euro e poi 2,22 euro, i massimi di periodo toccati il 16 febbraio scorso. Al ribasso, invece, non si può escludere una pausa dopo i recenti rialzi che potrebbe portare i corsi sul supporto a 1,87 euro. La rottura di tale livello con volumi e volatilità potrebbe dare sfogo ai venditori verso prima 1,8 euro (dove passa la media mobile 200 periodi) e 1,7 euro (dove transita la trend line rialzista costruita sui minimi di marzo e maggio).