Borse in preda alla volalitlità
Altalena di emozioni sui mercati mondiali, caduti in negativo dopo la diffusione di un comunicato di Bear Stearns in cui il ceo della banca Usa ha annunciato un aggravamento delle condizioni di liquidità nelle ultime 24 ore. La banca dovrà anche ricorrere a finanziamenti da parte di Jp Morgan e della Federal Reserve Bank di New York. Dal segno positivo per circa un punto percentuale le Borse europee hanno così svoltato con decisione verso il basso. A Milano il Mibtel cede lo 0,76% a 24258, mentre l’S&P/Mib arretra dello 0,89% a 31693 punti, dopo essere arrivato pochi minuti fa a perdere quasi due punti percentuali. In Europa Cac40 e Ftse perdono oltre un punto percentuale, mentre il Dax tedesco arretra dello 0,85%. Molto elevato il grado di volatilità. L’indice Vix segna un incremento dell’8,7% a oltre 29 punti.
In precedenza, Dopo una mattinata passata attorno alla linea della parità, gli indici azionari del Vecchio continente erano schizzati verso l’alto in scia alla diffusione, alle 13.30, di dati che avevano mostrato un’inflazione statunitense sotto controllo nel mese di febbraio. I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono infatti rimasti invariati. Il dato era atteso in crescita dello 0,3% dopo il +0,4% di gennaio. Invariato anche il dato al netto delle spese per alimentari ed energia. Le attese erano per un incremento dello 0,2% dal +0,3% di gennaio. I dati avevano avuto l’effetto di smentire la tesi di quanti si aspettavano che le recenti manovre espansive della Federal Reserve potessero avere effetti sulla dinamica dei prezzi, già sotto pressione per l’impennata delle commodity, e concedevano implicitamente maggiori spazi di libertà a ulteriori tagli dei tassi. Escluso anche il rischio più citato dai commentatori americani nelle ultime settimane: quello della stagflazione, ossia di una situazione di contemporanea recessione e inflazione. Con il dato odierno i mercati possono, anche se solo temporaneamente, smettere di pensare all’inflazione. E’ il parere anche di Ian Shepherdson, capo economista di High Frequency Economics: “Non ci sono possibilità – spiega – che il dato core sarà così soft nella lettura del prossimo mese, ma forse almeno parte dell’isteria sull’inflazione può ora calmarsi”.
Tutto questo prima che Bear Stearns mettesse luce su un grave stato di carenza di liquidità già anticipato nei giorni scorsi da alcuni rumor di mercato.
(notizia aggiornata alle ore 15.10)