Borse europee su con i guai di Atene sullo sfondo. A Milano Cheuvreux spinge Fiat

Mattinata all’insegna degli acquisti sulle Borse europee in scia alla tendenza positiva dei giorni scorsi. In una giornata povera di dati macro, gli investitori sono attenti all’evoluzione geopolitica internazionale e all’andamento del prezzo delle materie prime. Questa mattina il petrolio è orientato al rialzo, con il Brent del Mare del Nord scambiato sopra i 111 dollari al barile. Sullo sfondo restano le tensioni della crisi del debito sovrano con il mercato che tiene sotto controllo la situazione della Grecia, mentre al Fondo Monetario Internazionale proseguono le ricerche per il successore del direttore generale dimissionario, Dominique Strauss Khan. A Parigi il Cac 40 segna un +0,28%, a Francoforte il Dax sale dello 0,30%. Anche l’Ibex è sopra la linea della parità (+0,18%). A Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,33%.
A Piazza Affari Unicredit ha iniziato le contrattazioni in rialzo, ma adesso si è di nuovo portato sui valori di chiusura della vigilia. L’a.d. Federico Ghizzoni ha indicato che l’istituto sta studiando un rafforzamento in Turchia, dove sono in corso le privatizzazioni di due banche. Intesa Sanpaolo arretra dello 0,2%, all’indomani dell’indicazione del prezzo di emissione delle nuove azioni dell’aumento di capitale da 5 miliardi (1,369 euro). L’operazione inizierà lunedì. Le azioni del Banco Popolare salgono dello 0,2%, nel giorno in cui Il Messaggero scrive che l’istituto ha ceduto Bormioli a Vision Capital per 250 milioni di euro. Sono gettonate le Fiat spa (+1,50%), mentre perdono lo 0,98% le Fiat Industrial.
All’ombra della Mole le novità non mancano. La controllata americana di Fiat, Chrysler, ha raggiunto un accordo con banche e investitori istituzionali per il rifinanziamento del debito, un’operazione con la quale rimborserà il prossimo 24 maggio 7,5 miliardi di dollari ai governi americani e canadese e con cui Fiat salirà al 46% con il pagamento di 1,27 miliardi di dollari. E la corsa la scalata dell’amministratore delegato, Sergio Marchionne, alla Chrysler non sembra destinata a fermarsi: entro l’anno Fiat potrebbe salire al 51% se non al 70% se decidesse di esercitare le call option a disposizione. Chrysler raccoglierà 3,2 miliardi di dollari con l’emissione di bond negli Stati Uniti: 1,5 miliardi di dollari di bond a 8 anni con un rendimento dell’8% e 1,7 miliardi di bond a 10 anni con un rendimento dell’8,5%. La casa automobilistica accederà a una finanziamento da 3 miliardi dollari a un pricing di 4,75 punti percentuali in più rispetto al Libor e avrà la possibilità di accedere a una linea di credito da 1,3 miliardi di dollari.
A dare grinta al titolo del Lingotto si sommano le indicazioni degli analisti di Cheuvreux. Il broker ha portato il giudizio su Fiat ad outperform dal precedente underperform. “Il consolidamento di Chrysler permetterà un re-rating dell’azione. Quando la quota in Chrysler salirà al 51%, Fiat sulla base della somma delle parti potrà valere 10 euro, guidato da un fair value di 8,5 euro, ossia con un 15% di sconto per la holding. In un confronto con le altre case d’auto il valore di 8,5 euro appare una valutazione più che positiva. Detto questo indichiamo il nuovo target price a 8,5 euro da 7,1 euro e portiamo il giudizio ad outperform”.”Con l’esercizio della call option per 1,261 miliardi, ossia 870 milioni di euro, Fiat completerà l’operazione finanziaria, guadagnando l’accesso al 51% di Chrysler ad un prezzo molto basso e più velocemente di quanto previsto inizialmente”, ricorda il broker nella nota. “Il consolidamento della Chrysler, che secondo noi sarà completato nel 2012, sarà molto accrescitivo: permetterà a Fiat di aver un contributo di profitti netti da parte di Chrysler pari a 551 milioni di euro a fronte di costi finanziari di 50 milioni. Il consolidamento della controllata americana permetterà infine il raddoppio dell’Eps adjusted 2012 per Fiat a 0,91 euro”.
“Fiat e Chrsyler sono complementari sia sui mercati sia sui prodotti con un potenziale di crescita molto forte in un segmento quello delle auto compatte di media dimensione, dove la mancanza di una taglia importante può essere un fattore di criticità. Tuttavia la messa a punto di questa fusione è sbilanciata, dal momento che Chrysler genera più profitti e ha un potenziale di crescita più forte”, segnalano ancora, indicando quattro catalizzatori comunque per Fiat: la fusione con Chrysler, la cessione di asset non-core, la quotazione parziale della Ferrari e un altro deal strategico per Fiat Auto.