Notizie Indici e quotazioni Borse europee si tingono di rosso su rumor downgrade S&P su diversi Paesi Ue

Borse europee si tingono di rosso su rumor downgrade S&P su diversi Paesi Ue

13 Gennaio 2012 15:16

La speculazione scuote le Borse europee che cambiano bruscamente il passo a ridosso dell’apertura di Wall Street. Secondo quanto riportato dalle principali agenzie stampa diversi paesi dell’Eurozona potrebbero essere vittime di un imminente downgrade da parte di Standard & Poor’s. L’annuncio potrebbe arrivare già questa sera dopo la chiusura dei mercati. Al momento l’agenzia di rating ha rifiutato di commentare l’indiscrezione. Stando a quanto riferisce una fonte della zona euro le indiscrezioni di un downgrade a tappeto non riguarderebbero la Germania E l’Olanda.

Reazione immediata delle Borse

Le voci di un imminente bocciatura ha messo sotto pressione le Borse europee, che hanno invertito il senso di marcia. A Parigi il Cac40 cede lo 0,41%, peggio il dax che perde lo 0,88% e il Ftse 100 che registra un -0,77%. Cambia rotta anche Piazza Affari, con il Ftse Mib che lascia sul terreno l’1,32%. Forte pressione anche sul fronte obbligazionario. Balzo dello spread tra Oat decennali francesi e Bund decennale tedesco che ha toccato un massimo a 130 punti base. Torna a salire anche il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani e tedeschi, che viaggia ora intorno ai 491 punti.  Prende una brutta piega la giornata anche per l’euro sul dollaro, con un cambio sceso ai minimi di giornata sotto quota 1,27 dollari.

L’avvertimento di S&P’s a dicembre

Lo scorso 5 dicembre S&P’s ha annunciato di avere posto sotto osservazione per un possibile downgrade 15 Paesi della zona euro, ad eccezione della Grecia e Cipro. Sono stati messi in guardia Paesi come la Germania e la Francia che potrebbero uscire dal ‘club della Tripla A’. Ma non solo, rischiano di perdere il rating AAA Paesi ritenuti virtuosi e premiati, almeno fino a oggi, con il massimo dei giudizi come Olanda, Austria, Finlandia e Lussemburgo.  Allora l’agenzia Usa aveva motivato la sua decisione con l’acuirsi della crisi economica, finanziaria e politica che sta investendo la zona euro. Tra i fattori critici per la zona euro il restringimento del credito in questa area; il costante disaccordo tra i policy makers europei su come affrontare la mancanza di fiducia sui mercati e, nel lungo termine, come assicurare una maggiore convergenza economica, finanziaria, fiscale tra i membri dell’eurozona; un alto indebitamento e infine il crescente rischio di una caduta in recessione nella zona euro per l’intero 2012.