Notizie Notizie Mondo Borse europee poco mosse: i mercati pendono dalle labbra di Draghi

Borse europee poco mosse: i mercati pendono dalle labbra di Draghi

2 Agosto 2012 07:44

Le Borse europee, Piazza Affari compresa, mostrano sin dai primi minuti di contrattazioni un atteggiamento attendista. L’attenzione è tutta rivolta alla riunione della Banca Centrale europea (Bce), ma sopratutto alla consueta conferenza stampa che il presidente Mario Draghi terrà dalle 14.30 in poi, immediatamente dopo la decisione del direttorio sui tassi d’interesse che, secondo le stime del consensus, dovrebbero essere confermati allo 0,75%. Oggi è finalmente il giorno della verità, come l’ha definito qualcuno, per capire in che modo e in che mosse si concretizzeranno le parole di Draghi di una settimana esatta fa:”Nell’ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. E credetemi: sarà abbastanza”.

È un consiglio ad alta tensione, e in attesa che Draghi scopra le sue carte le principali Borse europee si muovono all’insegna dell’incertezza: a Parigi il Cac40 sale dello 0,15%, mentre il Dax segna un +0,06%. Sulla linea della parità viaggia anche la Piazza finanziaria britannica, con il Ftse 100 a +0,12%. Sale di circa lo 0,3% l’Ibex35.
In cerca di una direzione anche Piazza Affari, con il Ftse Mib che a ridosso delle 9.30 è in frazionale rialzo dello 0,08% a 13.940 punti.

Ma cosa si aspettano gli analisti?
“Nonostante attente analisi delle possibilità offerte dalla Bce (improbabile licenza bancaria all’ESM, inefficacia già a dimostrata a lungo termine del LTRO, problematicità nel far ripartire il SMP, scarsità di fondi rimasta all’EFSF) rimane in piedi l’idea di porre un tetto agli spread, per quanto sicuramente questa teoria sia indigesta alla Bundesbank” commentano gli analisti di Cmc Markets, anche se lo scetticismo è forte. Secondo gli esperti la sensazione è che con le dichiarazioni di una settimana fa “Draghi abbia solo voluto o potuto prendere tempo sui mercati in attesa che i policymakers tornino ad accelerare sui lavori per l’unione politica e fiscale. Se così fosse, tuttavia, prepariamoci ad un immediato sell-off su tutti gli asset tornati nei portafogli solo qualche giorno fa. Non possiamo comunque escludere sorprese come è d’altronde nello stile del Governatore”.

“Il giorno della verità sarà oggi, con la riunione Bce, nella quale questa volta più che mai sembrano essere riposte le attese per la salvezza dell’UEM”. Ne sono convinti gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo. Draghi ha “promesso” un’azione determinante, ma proprio ieri la Bundesbank ha alzato i toni, quasi a voler richiamare all’ordine la Bce suggerendole di limitarsi a fare quanto previsto nel suo mandato e nulla più.
Nulla di fatto per la Fed
In attesa della riunione della Bce e della Bank of England, ieri è spettato alla Federal Reserve fare da apripista alle riunioni delle banche centrali previste questa settimana. Rispettando le attese della vigilia al termine della due giorni di riunioni del Fomc (Federal Open Market Committee) la banca centrale americana non ha fatto altro che confermare il tasso sui Fed funds nel range 0-0,25% ribadendo che il costo del denaro rimarrà all’attuale livello, definito “eccezionalmente basso”, fino a tutto il 2014. Deluse le attese del mercato che si attendeva una revisione della guidance in senso espansivo. Nel comunicato che fa da corollario ai meeting la Fed ha rilevato che “l’attività economica ha registrato un rallentamento nella prima parte dell’anno” (finora la Fed aveva parlato di un’espansione moderata) confermando di esser pronta a fornire “nuove misure di allentamento se necessario”. Ogni nuova azione a sostegno della crescita economica è dunque rimandata al meeting del 12-13 settembre.