Borse di nuovo in caduta su sell-off fondi
Ancora un avvio di seduta da brividi per Piazza Affari e le Borse europee, che replicano le perdite del finale di seduta del venerdì nero di tre giorni fa e le nette flessioni degli indici asiatici. Il Mibtel cede il 5,26% a 14581punti e l’S&P/Mib il 5,96% a 18695 punti. Nel Vecchio continente, a Francoforte il Dax perde il 4,62%, a Parigi il Cac40 arretra del 5,71% e il londinese Ftse100 cede il 4,70%. A livello settoriale le frecce in Europa sono tutte rosse, con ribassi superiori al 6% per gli Stoxx su risorse di base, tecnologici e soprattutto bancari. Medesimo il copione anche a Milano, dove nelle prime battute è stata sospesa per eccesso di ribasso tra le altre Intesa Sanpaolo, accompagnata al ribasso anche da altri titoli del settore come Bpm e Unicredit.
Agiscono da un lato le sempre più oscure previsioni sull’andamento degli utili aziendali in un contesto sempre più prossimo alla recessione e dall’altro il flusso di vendite provenienti dai fondi, hedge e non. Lo smontaggio di grandi posizioni è infatti l’indiziato numero uno dell’ondata di sell-off che sta impattando sulle Borse. Per avere un’idea delle dimensioni del processo in atto è sufficiente scorrere i dati raccolti dalla società di analisi TrimTabs per la sola settimana chiusasi lo scorso mercoledì, secondo cui dai fondi comuni sono uscite risorse per 6,47 miliardi di dollari. Richieste di rimborso che per essere sostenute devono necessariamente avere per contropartita la cessione di asset sul mercato. Nella settimana precedente, stando ai dati forniti dalla stessa società le fuoriuscite erano già state pari a poco meno di 14 miliardi.
Il forte movimento al ribasso avviene nonostante siano in ascesa le aspettative per un nuovo vigoroso taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve nella riunione di mercoledì prossimo. Gli anlisti scontano all’86% una riduzione del costo del denaro di mezzo punto percentuale. Il restante 14% si attende invece un taglio ancora più convinto e pari allo 0,75%. Salgono anche le attese per un intervento di ammorbidimento sull’altra sponda dell’Atlantico, con il Comitato direttivo della Bce che si riunirà però solo il prossimo 6 novembre.