Borse ancora in rosso su timori Portogallo e Argentina, pesa anche ipotesi rialzo anticipato tassi Usa
I listini azionari restano improntati al ribasso dopo l’ondata di vendite che ieri non ha risparmiato nemmeno Wall Street, dove il Dow Jones ha perso quasi 2 punti percentuali registrando la peggiore performance dallo scorso 3 febbraio. Il Vix, “l’indice della paura” che misura la volatilità, ha fatto un balzo di oltre il 25% confermando il nervosismo che in queste ore aleggia sui mercati finanziari. Le crisi geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente hanno lasciato spazio nelle ultime sedute a due fronti caldi che preoccupano gli investitori: il Portogallo, e in particolare Banco Espirito Santo, e il default tecnico dell’Argentina.
Dopo una semestrale chiusa con una maxi perdita di 3,6 miliardi di euro, ieri alla Borsa di Lisbona il titolo del Banco Espirito Santo ha segnato un tonfo di oltre il 40% e questa mattina cede circa il 5%. Inoltre la prima banca lusitana ha presentato un Common Equity Tier 1 al 5%, ben al di sotto del 7% che rappresenta il livello minimo fissato dal Banco de Portugal. Una situazione che sta zavorrando la piazza portoghese dove l’indice Psi 20 mostra una flessione del 2,3%.
Più contenute, ma tutte in rosso, le performance delle principali Borse del Vecchio Continente: a Londra il Ftse 100 cede lo 0,60%, a Francoforte il Dax arretra dello 0,60%, a Parigi il Cac 40 registra un ribasso dello 0,70% e a Madrid l’Ibex 35 lascia sul parterre oltre l’1%. In rosso anche Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che cede circa l’1% a 20.330 punti. L’altra notizia destabilizzante è il secondo default in 13 anni dell’Argentina. Buenos Aires non ha trovato nessun accordo sul debito con i fondi statunitensi e la prima scadenza sui bond ristrutturati è stata superata senza che sia stato effettuato il pagamento.
L’attesa di oggi è tutta rivolta ai dati sul mercato del lavoro statunitense di luglio dopo il boom del Pil Usa, che nel secondo trimestre ha mostrato una crescita del 4% superando le attese degli analisti e riscattando la battuta d’arresto dei primi tre mesi dell’anno. Nel pomeriggio gli esperti prevedono la creazione di 231 mila nuovi posti di lavoro e una disoccupazione stabile al 6,1%. Qui i timori degli investitori sono rivolti all’ipotesi di un possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve alla luce degli ultimi confortanti dati macroeconomici.