Borsa Tokyo -1,15%, Shanghai apprezza mossa PBOC. Sidney -2,45% con tonfo petrolio

L'indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell'1,15% a 19.669,12 punti. La borsa di Shanghai è positiva, sale dello 0,43% circa; Hong Kong in lieve perdita (-0,12%); Sidney arretra invece di ben -2,45% e Seoul fa -0,77%.
Lo Shanghai Composite apprezza l'annuncio della People's Bank of China - banca centrale della Cina -, che ha reso noto di aver tagliato i tassi di finanziamento a un anno dal 4,05% precedente al 3,85% e quelli a cinque anni dal 4,75% al 4,65%. I tagli seguono quello, della scorsa settimana, dei tassi interesse a medio termine (MLF), sforbiciati di 20 punti base dal 3,15 al 2,95%, al minimo record.
L'iniezione di liquidità dell'istituzione è volta a liberare risorse a favore del sistema finanziario, in modo che le banche possano rendere più accessibili e convenienti i prestiti alle aziende colpite dalle disastrose conseguenze del coronavirus COVID-19.
L'Australia, economia ampiamente dipendente dal settore delle commodities, paga invece il tonfo del petrolio WTI scambiato sul Nymex di New York.
I prezzi del WTI bucano tutti i supporti, capitolando di quasi -20% al di sotto della soglia psicologica di $15 al barile, fino a $14,47, al minimo dal 2001.
Il Brent di Londra, invece, è in ribasso dell'1,6% circa. Perchè questo forte scostamento nella portata dei ribassi (a cui si è assistito, tra l'altro, anche venerdì scorso?). Il motivo risiede nel fatto che il contratto WTI con scadenza a maggio scadrà domani, martedì 21 aprile.
Permane in generale l'incertezza sulle conseguenza economiche, in tutto il mondo, della pandemia coronavirus, che ha messo in quarantena gran parte dell'economia globale.
Lo Shanghai Composite apprezza l'annuncio della People's Bank of China - banca centrale della Cina -, che ha reso noto di aver tagliato i tassi di finanziamento a un anno dal 4,05% precedente al 3,85% e quelli a cinque anni dal 4,75% al 4,65%. I tagli seguono quello, della scorsa settimana, dei tassi interesse a medio termine (MLF), sforbiciati di 20 punti base dal 3,15 al 2,95%, al minimo record.
L'iniezione di liquidità dell'istituzione è volta a liberare risorse a favore del sistema finanziario, in modo che le banche possano rendere più accessibili e convenienti i prestiti alle aziende colpite dalle disastrose conseguenze del coronavirus COVID-19.
L'Australia, economia ampiamente dipendente dal settore delle commodities, paga invece il tonfo del petrolio WTI scambiato sul Nymex di New York.
I prezzi del WTI bucano tutti i supporti, capitolando di quasi -20% al di sotto della soglia psicologica di $15 al barile, fino a $14,47, al minimo dal 2001.
Il Brent di Londra, invece, è in ribasso dell'1,6% circa. Perchè questo forte scostamento nella portata dei ribassi (a cui si è assistito, tra l'altro, anche venerdì scorso?). Il motivo risiede nel fatto che il contratto WTI con scadenza a maggio scadrà domani, martedì 21 aprile.
Permane in generale l'incertezza sulle conseguenza economiche, in tutto il mondo, della pandemia coronavirus, che ha messo in quarantena gran parte dell'economia globale.