Borsa Italiana paga doppio sgambetto Pil e coronavirus, Telecom e FCA chiudono gennaio da incubo
Ultima seduta di gennaio da dimenticare per Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso a 23.237 punti (-2,29%). Dopo un avvio in moderato rialzo, ha imboccato la via dei ribassi in coincidenza con l’arrivo stamattina alle 10 del dato sul Pil italiano. Una vera e propria doccia fredda con un calo a sorpresa dello 0,3% t/t nel quarto trimestre 2019, ossia il calo congiunturale più marcato dal lontano 2013. Le attese di consensus erano per un progresso dello 0,1% t/t. Per l’Italia si tratta del primo segno meno dal terzo trimestre del 2018, interrompendo una serie di 4 trimestri positivi.
Nel corso della seduta hanno virato in rosso anche le altre Borse Europee, con anche il Pil dell’eurozona sotto le attese. Viaggia in calo anche Wall Street con gli investitori che temono il concreto rischio di un brusco calo dell’economia cinese a causa del coronavirus. Frenata della Cina che probabilmente si farà sentire in tutto il mondo sotto forma di un calo della domanda.
Banche al tappeto così come Poste
All’intero di un Ftse Mib in netta difficoltà, si sono distinte in negativo le banche complice anche il contestuale allargamento dello spread Btp/Bund. La peggiore è stata Banco Bpm che scende di oltre il 5% a 1,84 euro, oltre -4% anche per Bper. Tra le big si segnala il calo del 2,43% per Unicredit nonostante il buy reiterato da Goldman Sachs con target price salito leggermente da 18 a 18,1 euro. Ha contenuto i cali invece Intesa SanPaolo (-2%) che sarà la prima banca italiana il prossimo 4 febbraio a togliere il velo ai suoi conti. Unicredit diffonderà i conti il 6 febbraio.
L’effetto Pil ha messo al tappeto anche Poste Italiane (-4,07%). Tonfo del 3,68% per Telecom che risulta tra i peggiori performer di gennaio con oltre -12%, così come FCA che con il calo di oggi arriva a oltre -11% Ytd. I peggiori del mese sono però Pirelli (-14,5%) e Saipem (-13,8%).
Tra i peggiori anche le utility, il settore che ha corso di più in questo primo mese dell’anno. Enel, miglior titolo di tutto il Ftse Mib a gennaio con +11% circa, è ritracciata con decisione dai massimi storici toccati alla vigilia chiudendo in calo di ben il 2,88 per cento.
Male anche i titoli più esposti al rischio rallentamento domanda dall’Asia: -4,4% STM e -2,67% CNH.
Oggi si salvano solo Leonardo e Atlantia
Tra i pochi titoli a salvarsi oggi spicca Leonardo (+1,91%). A sostenere le quotazioni del big italiano della difesa guidato da Alessandro Profumo gli aggiornamenti (a sorpresa) sull’analisi preliminare della performance attesa nel 2019. In particolare, la società ha evidenziato “un’ottima performance del gruppo in linea con le aspettative di un quarto trimestre particolarmente significativo”, con “ordini e ricavi al di sopra della guidance 2019”.
Acquisti anche sul titolo Atlantia (+2,02%) e che conclude un mese di gennaio molto positivo (+9,5% il saldo Ytd). Le ultime indiscrezioni stampa vedono il premier Conte muoversi verso una posizione più pragmatica. Il premier nei prossimi giorni esporrà la linea del governo su ASPI. Secondo quanto scrive oggi Repubblica, la posizione di Conte sarà quella che la revoca esporrebbe lo stato al rischio di danni per il contenzioso con la società e quindi sarebbe meglio una maxi-multa. Secondo il Messaggero ad ASPI saranno richiesti sconti sulle tariffe e maggiori capex. “Se le indiscrezioni riportate dalla stampa saranno confermate – rimarcano gli analisti di Equita – sarebbero positive per Atlantia perché si avvierebbe una fase di negoziazione con il governo. Sarà importante verificare cosa succederà con la conversione del decreto milleproroghe e come sarà modificato”.