Notizie Europa Bond a tutta flessibilità, 13 proposte per posizionarsi sulla curva dei rendimenti in Europa e Usa

Bond a tutta flessibilità, 13 proposte per posizionarsi sulla curva dei rendimenti in Europa e Usa

Pubblicato 6 Febbraio 2017 Aggiornato 26 Settembre 2022 08:38

shutterstock_49188784Selezionare solo alcuni segmenti della curva dei rendimenti può avere un notevole impatto sui ritorni effettivi del portafoglio. State Street lancia 13 nuovi ETF
La ricerca di rendimento nell’universo obbligazionario passa sempre più attraverso gli ETF. I replicanti legati al reddito fisso sono reduci da un’annata record e anche nel 2017 gli esperti del settore si aspettano che il trend continui. Gli ETF obbligazionari hanno raggiunto un livello record di afflussi nel corso del 2016, pari a 111,58 miliardi di dollari (dati ETFGI), frantumando il precedente record di 81,65 mld che risaliva al 2014.
Tra i driver che stanno portando a un sempre maggiore ricorso agli ETF obbligazionari c’è la crescente voglia da parte degli investitori di generare reddito dai loro portafogli in uno scenario di aumento dei tassi. Pertanto gli investitori andranno nuovamente alla ricerca di rendimenti lungo la curva per raggiungere i propri obiettivi. In tal senso stanno aumentando progressivamente le proposte di ETF obbligazionari che, oltre a permettere un’esposizione su una determinata area d’investimento, permettono di posizionarsi su determinati segmenti della curva a seconda del contesto di mercato e delle specifiche preferenze.
“In un contesto lower for longer, l’interesse degli investitori per il reddito fisso resta elevato, così come la necessità di generare rendimenti – conferma Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per Italia – . Gli investitori sono sempre più spesso alla ricerca di rendimenti lungo la curva per raggiungere i propri obiettivi. Inoltre, i requisiti regolamentari continuano ad aumentare la pressione verso il contenimento dei costi”. “Comprensibilmente – prosegue Lomartire – in questo contesto, gli investitori si concentrano su come rendere i loro portafogli il più possibile efficienti: strumenti a basso costo come gli ETF obbligazionari rappresentano una scelta naturale, come dimostrato dal fatto che la raccolta di ETF ed ETP in questo segmento ha raggiunto un livello record a livello globale nel 2016”.

Posizionarsi su tutta la curva o solo su alcuni segmenti
Flessibilità nello scegliere su quali segmenti della curva dei rendimenti prendere esposizione che risulta determinante poiché la scelta di investire su tutta la curva oppure selezionare solo alcuni segmenti può avere un notevole impatto sui rendimenti effettivi del portafoglio. Ad esempio, dal 1996 al 2016, l’indice Barclays US Treasury (UST) è salito del 188%, l’indice a 1-3 anni ha registrato un incremento del 102%, mentre la performance dell’indice a oltre 10 anni è pari a +392%, mostrando una significativa variabilità lungo la curva. Un modello simile è stato osservato anche sul mercato dei titoli di stato dell’Eurozona. Dalla creazione della moneta unica (29 gennaio 1999) fino a fine dicembre 2016, l’indice Barclays Euro Treasury ha visto un incremento del 130%, l’indice a 1-3 anni ha registrato una crescita del 77%, mentre la performance dell’indice a oltre 10 anni si è attestata al 206%.

13 nuove proposte da State Street
State Street Global Advisors (SSGA), divisione di asset management di State Street Corporation con 539 miliardi di dollari di masse in gestione in ETF a livello globale, ha quotato il 24 gennaio su Borsa Italiana 13 SPDR ETFs obbligazionari con esposizione core. “Questi ultimi lanci rispondono alla richiesta di soluzioni a basso costo per il portafoglio core”, rimarca Lomartire.
Nel dettaglio le tredici nuove proposte si suddividono in un poker di ETF legati ai Treasury statunitensi (durate residue tra 3-5 anni, 5-7 anni, 7-10 anni e più di 10 anni), altrettanti legati ai bond governativi dei principali Paesi dell’area euro (durate residue tra 3-5 anni, 5-7 anni, 7-10 anni e più di 10 anni), tre replicanti legati a bond corporate statunitensi e due legati a bond corporate denominati in euro. Le commissioni (TER) vanno da un minimo dello 0,15% per quelle governative a un massimo dello 0,20% per quelle legate ai bond societari. Tutte le nuove proposte prevedono una remunerazione periodica dell’investimento con stacco cedola ogni 6 mesi.