Notizie ETF BlackRock indica 5 driver di crescita nel 2017 per gli ETF

BlackRock indica 5 driver di crescita nel 2017 per gli ETF

Pubblicato 13 Gennaio 2017 Aggiornato 26 Settembre 2022 08:38

Gli investitori anche nel 2016 hanno fatto ampio ricorso agli ETF, il cui utilizzo si è fatto sempre più capillare in un contesto di mercato contraddistinto da elevata incertezza e volatilità. Il settore globale degli ETF ha registrato nel 2016 afflussi netti per 375 miliardi di dollari nel 2016, superando i 348 miliardi di dollari totali dell’anno precedente. “In un anno contrassegnato da cambiamenti politici senza precedenti e periodi di notevole incertezza di mercato, gli investitori hanno rivolto l’attenzione agli ETF sia per esprimere opinioni riguardo al mercato, che per cercare fonti di sovraperformance e opportunità d’investimento a lungo termine”, ha commentato Mark Wiedman, Global Head di iShares e Index Investments di BlackRock.
“A nostro avviso, questo è solo l’inizio di una transizione storica verso gli ETF e le strategie di indicizzazione in senso lato – prosegue Mark Wiedman – . Riteniamo, infatti, che nei prossimi anni si assisterà a uno spostamento di miliardi e miliardi di dollari, mano a mano che l’adozione degli ETF da parte degli investitori istituzionali e i servizi di consulenza basati su commissioni nel settore retail acquisteranno slancio. Gli investitori continueranno a perseguire aspetti come l’efficienza, la qualità e il valore dell’indicizzazione per implementare strategie a breve e lungo termine”.

Per il nuovo anno BlackRock ha tracciano una lista di cinque potenziali driver per l’investimento indicizzato con gli investitori visti propendere per strategie che combinano gestione attiva e passiva. I portafogli richiesti saranno quindi sempre più attivi con gli ETF chiamati ad aiutare l’implementazione di strategie convincenti e allo stesso tempo utili a ridurre i costi.
1) Verso un connubio attivo-passivo. Il modello attivo contro passivo lascerà posto alla strategia attivo e passivo. Chiedendo ai propri consulenti finanziari e gestori patrimoniali sia valore che servizi d’eccellenza, gli investitori costruiranno portafogli sempre più attivi, utilizzando ETF e fondi indicizzati a fianco di strategie alfa altamente convincenti.

2) Esposizioni più convenienti. I gestori patrimoniali continueranno a muoversi dalla selezione dei prodotti alla costruzione dei portafogli. Con l’accelerazione del passaggio a una consulenza finanziaria basata su commissioni, i consulenti patrimoniali sostituiranno i costosi gestori attivi orientati agli indici con esposizioni più convenienti per i portafogli core dei clienti.

3) Replicanti obbligazionari protagonisti. Gli ETF obbligazionari continueranno a guidare la modernizzazione del mercato a reddito fisso. Il ricorso agli ETF obbligazionari è destinato ad aumentare, considerati l’approfondimento delle infrastrutture di mercato e il passaggio dei consulenti a ETF scalabili a basso costo in uno scenario sempre più orientato all’applicazione di commissioni. Gli ETF obbligazionari continueranno a influenzare il modo in cui acquirenti e venditori negoziano il rischio nell’universo a reddito fisso e svolgeranno un ruolo fondamentale per gli investitori chiamati ad affrontare uno scenario di aumento dei tassi e intenzionati a generare reddito dai loro portafogli.

4) Strategie fattoriali. Gli investitori si sposteranno verso strategie ETF fattoriali concepite per sfruttare i driver di rendimento sottostanti. Nel segmento smart beta, gli ETF multifattoriali e basati su singoli fattori rappresenteranno un importante motore di crescita – a fianco delle strategie a volatilità minima – dal momento che sia gli investitori retail che quelli istituzionali intendono combinare il potenziale di sovraperformance con una riduzione dei costi nei propri portafogli core. L’innovazione smart beta si rifletterà verosimilmente anche nel settore del reddito fisso.

5) In sostituzione di futures e swap. Sempre più istituzioni passeranno agli ETF come asset sostitutivi o di riferimento per i prodotti derivati. Il costante aumento delle spese di bilancio delle banche ha spinto al rialzo anche il costo dell’utilizzo di futures e swap. Ecco perché gli ETF rappresentano ora non solo un’opzione più efficiente a livello di costi, ma anche un prodotto capace di offrire una maggiore semplicità operativa ed esposizioni più precise.
“Gli ETF stanno svolgendo un ruolo cruciale nell’evoluzione del settore finanziario europeo. Gli investitori sono sempre più interessati agli ETF non solo come investimenti strategici, ma anche come allocazioni tattiche in portafoglio. Questi prodotti si confermeranno anche in futuro un motore spesso invisibile di soluzioni finanziarie che aiutano gli investitori di tutto il continente ad allocare i propri risparmi e i gestori patrimoniali a conseguire obiettivi di lungo termine per i clienti”, rimarca Rachel Lord, Head of EMEA iShares e Index Investments di BlackRock.
Anche in Italia il ricorso agli ETF è sempre più diffuso. ” Trasparenza e bassi costi, caratteristiche di questi prodotti, spingono un numero crescente di investimenti verso strategie in ETF in grado di far fronte a contesti sempre più sfidanti – sottolinea Emanuele Bellingeri, responsabile iShares per l’Italia – . In particolare in Italia, si osserva un aumento nell’adozione degli strumenti per accedere al reddito fisso, soprattutto corporate high yield e debito emergente, e una crescita nella domanda di fondi smart beta, che riteniamo proseguirà anche nel 2017″.