Notizie Notizie Mondo “Bitcoin decriptato”: per Morgan Stanley vale zero

“Bitcoin decriptato”: per Morgan Stanley vale zero

27 Dicembre 2017 09:51

E ora, dopo i guadagni stellari riportati nelle ultime settimane e il dietrofront improvviso sofferto la scorsa settimana, alcuni analisti iniziano a scommettere al ribasso sul Bitcoin. E c’è chi, come James Faucette, dirigente  di Morgan Stanley, non si fa tanti problemi a dire che il vero valore della moneta digitale più amata al mondo potrebbe essere pari a zero.

Nella nota “Bitcoin decrypted”, ovvero Bitcoin decriptato, Faucette elenca diversi motivi a suffragio della sua tesi. Intanto, la criptovaluta non è una moneta reale di scambio e, di conseguenza, non matura interessi; il Bitcoin non è inoltre un oggetto fisico e tangibile come, per esempio, l’oro.

La conclusione è una sola: alla criptovaluta più popolare del momento manca un elemento cruciale. Ovvero, un valore intrinseco.

Una ammissione, tuttavia, Faucette la fa, riconoscendo che il Bitcoin potrebbe avere un valore all’interno del sistema dei pagamenti.

Valore che tuttavia rischierebbe di essere azzerato anche e soprattutto in questo caso, visto che “praticamente, nessuno lo riconosce”.

Di conseguenza, “se nessuno accetterà mai questa tecnologia per effettuare i pagamenti, allora il valore sarà pari a zero”.

Altro punto a sfavore: il numero delle aziende incluse nella lista Top 500 eCommerce che accettano il Bitcoin è sceso da cinque nel 2016 a tre nel 2017, come fa notare il report di Morgan Stanley.

E basta questo, secondo Faucette, a dimostrare come il successo della moneta digitale, più che crescere, si stia affievolendo.

Intanto, mentre nell’arena del Bitcoin prosegue la lotta tra ribassisti e rialzisti, tra chi paventa i migliori scenari e chi descrive il fenomeno come una bolla epica (è il caso di Wells Fargo, ma non solo), il Bitcoin torna a essere preda di forti oscillazioni.

Nell’arco di meno di due settimane, i prezzi sono volati al record storico oltre quota $19,800, proiettati verso la soglia dei $20.000, per poi scendere in area $15.500 nella sessione di giovedì scorso e cadere vittima di un’ulteriore accelerazione ribassista che, lo scorso venerdì, hanno portato il Bitcoin a bruciare il 30,2%, per capitolare fino a $10.400. Nell’arco della stessa giornata (di venerdì scorso) i prezzi sono poi tornati attorno a $14.600, comunque in perdita del 27% dai massimi testati.

Oggi la criptovaluta recupera terreno, salendo a $15.900 dopo essere crollata del 25% la scorsa settimana, in quella che è stata la flessione, su base settimanale, peggiore dal 2013.