Bernanke: non è il momento di alzare i tassi, Obama alzi il tetto del debito o si rischia il default
Dopo essere stato tanto implorato, ora il quantitative easing americano viene criticato. E a Bernanke tocca difenderlo.
Lo ha fatto ieri in occasione di un discorso all’Università del Michigan, rispondendo agli investitori e ai banchieri che la scorsa settimana sollevavano dubbi sull’effetto negativo per l’inflazione di un forte programma di acquisto bond – innalzato a dicembre di 45 miliardi di dollari in Treasuries mensili oltre al programma già esistente di acquisto mensile di 40 miliardi di MBS – abbinato ad una politica di tassi di interesse “eccezionalmente bassi”, che potrebbero causare un eccessivo aumento della liquidità nel sistema economico.
“Non credo che il risultato di questa politica sarà un’inflazione significativa”, ha replicato invece il numero uno della Federal Reserve, perché la banca centrale americana dispone di tutti gli strumenti per fermare la propria politica accomodante prima che questa provochi inflazione.
Come a dire: fidatevi di me. La Fed, ha aggiunto Bernanke, vigilerà affinchè la politica di bassi tassi, che dura da quattro anni, non porti gli investitori a decisioni imprudenti creando una bolla speculativa e rafforzerà la vigilanza contro l’instabilità finanziaria.
Tutto, insomma, tranne alzare i tassi. Perché la cosa peggiore che potrebbe accadere, sottolinea il capo della Fed, sarebbe un innalzamento prematuro del costo del denaro in un momento in cui la congiuntura è ancora fragile e va sostenuta.
Ben Bernanke ha anche lanciato un appello ai politici di Washington perché decidano al più presto l’aumento al tetto del debito pubblico Usa, senza il quale il Paese corre il rischio di un default. “È necessario prendere subito delle misure per evitare che il Governo si trovi nell’impossibilità di fare fronte ai suoi pagamenti“, ha detto Bernanke.
Idea, questa, che è al centro delle preoccupazioni del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ieri ha lanciato un severo monito all’opposizione repubblicana: trovare l’accordo sul tetto del debito o sarà il disastro.
Risolto, o meglio, rinviato a marzo il problema del fiscal cliff, ora l’amministrazione democratica e si scontra con i repubblicani sull’innalzamento di 16,4 trilioni di dollari del tetto massimo del debito federale, che va concordato al Congresso entro marzo. Se l’accordo verrà trovato, si avranno anche i fondi per fare fronte a spese statali già concordate. Altrimenti, la bancarotta è dietro l’angolo.
“Non trovare l’accordo è da irresponsabili“, ha ammonito Obama, respingendo però la richiesta dei repubblicani della Camera, dove hanno la maggioranza, di “barattare” l’innalzamento del debito con nuovi tagli alla spesa, e rispedendo al mittente le minacce di taglio dei fondi allo Stato. “Se i repubblicani vogliono assumersi la responsabilità del taglio di pensioni e stipendi ai militari facciano pure”, ha detto il Presidente.