Bellanova (Mise): Sud al centro di strategia per rilancio Paese
“Il recupero del divario Nord-Sud è uno snodo centrale se vogliamo che il Paese, tutto, torni a crescere a pieno regime. Ma sono convinta che il divario possa essere colmato nell’ambito di una strategia nazionale che ha al centro il Mezzogiorno come fulcro dello sviluppo italiano”. Lo ha detto a Bari la Viceministro Teresa Bellanova nel corso di “Cantiere Mezzogiorno”, la manifestazione organizzata dalla Filctem Cgil.
“Nel 2015 il Mezzogiorno è cresciuto dell’1%, un incremento superiore a quello del resto del Paese, pari allo 0,7", ha aggiunto l'esponente del ministero dello Sviluppo Economico rimarcando come il rapporto Filctem presentato oggi parla di 180mila addetti al Sud nel sistema MEC (Moda, Energia, Chimica), 26mila imprese e un fatturato di 57 miliardi di euro. La Bellanova ha rimarcato la necessità di una politica di sviluppo "che al Sud punti sull’industria e che abbia lo Stato come regista, non solo come entità di spesa. Un impegno straordinario per ridare fiato agli investimenti pubblici per la crescita, che punti a infrastrutture materiali e immateriali, ambiente e territorio attraverso interventi di rigenerazione urbana, nell’energia, nei beni culturali, nella social innovation e nella informatizzazione della Pa". "La strategia che ci serve - aggiunge la Bellanova - è fatta di diversi elementi e politiche, per rilanciare la competitività del Sud e renderlo ‘attraente’ dal punto di vista produttivo e imprenditoriale. Su questo, lo spazio di bilancio che l’attivazione della clausola investimenti – nata dal lavoro della Presidenza italiana del Semestre europeo - ci consente di spendere risorse nazionali destinate a cofinanziamento di fondi strutturali o investimenti nelle reti di rilevanza europea o supportati dal Piano Junker". “Abbiamo quindi – ha spiegato Bellanova - un potenziale di 11 miliardi di euro di investimenti, dei quali 7 al Sud. Anche il Mise si sta muovendo con il PON Imprese e competitività 2014-2020, con una dotazione complessiva di circa 2,3 miliardi di euro per il rafforzamento delle imprese del Mezzogiorno, in cui la logica sottostante è quella del riequilibrio territoriale tra Mezzogiorno e Centro-Nord. Con Industria 4.0 puntiamo non solo a rafforzare la vocazione al saper fare e fare bene delle nostre imprese, sostenendole con un sistema di infrastrutture di connessione finalmente moderno e innovativo; ma soprattutto a investire in nuove competenze, quelle che siamo soliti chiamare STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e a renderle coerenti a partire dalla formazione scolastica, con i fabbisogni reali del tessuto produttivo”.