Bce: tassi confermati all’1,25%, come da attese. Il prossimo rialzo è previsto a luglio
Nessuna sorpresa dalla Banca centrale europea, che oggi ha confermato i tassi di interesse all’1,25%, mentre il governatore Jean-Claude Trichet ha pronunciato quelle parole fatidiche che suggeriscono agli analisti ed esperti un ritocco del costo del denaro nella prossima riunione di luglio. Tutto come da attese. I mercati azionari d’Europa non hanno infatti subito scosse, proseguendo la seduta in moderato rialzo. Guardando al fronte valutario l’euro ha invece invertito la rotta, mostrando un calo nei confronti del dollaro (-0,4%). Ma anche questa dinamica è nella norma. “Prima della riunione Bce di maggio, la moneta unica si era apprezzata nei confronti del dollaro fino a 1,50, con successivo rapido deprezzamento dopo la conferenza stampa di Trichet del 5 maggio”, ricordano gli analisti di Mps Capital Service, che prevedono ora un deprezzamento dell’euro nei prossimi giorni.
La Bce ha deciso all’unanimità di mantenere i tassi all’1,25%. Ma il ritocco all’insù potrebbe arrivare già nella prossima riunione, in agenda il 7 luglio. “La nostra politica rimane accomodante – ha dichiarato il capo dell’Eurotower durante la conferenza stampa a Francoforte, tenutasi come di consueto in scia alla decisione – e garantiamo una forte vigilanza sulla stabilità dei prezzi”. Parole chiave per gli esperti. Secondo il linguaggio della Bce, infatti, il segnale che suggerisce la volontà della banca centrale di alzare ancora i tassi a luglio è la frase ‘forte vigilanza’ in relazione all’aumento dei rischi sul fronte inflattivo. “Siamo indirizzati verso una possibilità di un rialzo dei tassi nel prossimo mese – ha risposto Trichet in modo più esplicito – Tuttavia non ci impegniamo a priori per quanto riguarda le decisioni future, perchè dovremo guardare ai dati che usciranno nelle settimane a venire”.
“La Bce ha preparato il terreno per un rialzo dei tassi a luglio, puntando sui rischi in aumento per la stabilità dei prezzi e usando le parole magiche “forte vigilanza”, hanno commentato subito dopo la conferenza gli analisti di Ing. Secondo il broker, dalla riunione è emerso anche un altro aspetto fondamentale riguardante la situazione economica dell’Eurozona e le possibili soluzioni per la questione del debito sovrano.
“Continuiamo a vedere pressioni verso l’alto sui prezzi, ma la ripresa economica è in atto”, ha confermato Trichet, annunciando una revisione al rialzo delle stime di crescita. Il Prodotto interno lordo (Pil) è previsto per il 2011 in espansione tra l’1,5 e il 2,3% rispetto alla precedente stima compresa tra il +1,3% e il +2,1%. Per l’anno prossimo l’economia dovrebbe invece migliorare tra lo 0,6 e il 2,8%. Tuttavia rimangono alcuni ostacoli alla crescita, in primis l’inflazione prevista nei prossimi mesi ancora sopra il 2%, soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. In particolare, nell’anno in corso l’indice dei prezzi al consumo è atteso tra il 2,5% e il 2,7%, mentre nel 2012 dovrebbe scendere tra l’1,1 e il 2,3%.
Ma non solo. “Sulla crescita dell’Eurozona pesano anche i bilanci dei Paesi membri”, ha precisato Trichet, invitando i governi nazionali a implementare il prima possibile riforme strutturali per diventare più competitivi. E proprio riguardo i bilanci pubblici, il governatore della Bce ha affrontato il discorso Grecia, il terzo punto caldo della conferenza. “Il nostro obiettivo è quello di evitare il default del Paese, ma non è solo una nostra decisione – ha spiegato Trichet – la questione riguarda tutti i Paesi dell’Unione e il Fondo monetario internazionale”. La ricetta della Bce per risolvere il problema finanziario ellenico è stata ribadita: ulteriori aiuti sì, ma ristrutturazione del debito no.