Banche centrali in evidenza oggi. Bce, atteso nuovo rialzo dei tassi a luglio
La Banca centrale europea (Bce) potrebbe giocare nel mese di luglio la nuova carta del rialzo dei tassi. E’ questa la convinzione che si sta facendo sempre più strada tra economisti ed esperti. Nel corso della conferenza stampa che si terrà oggi a Francoforte, che, come di consueto inizierà intorno alle 14.30 e seguirà la decisione sui tassi d’interesse (attesi invariati all’1,25%), il numero uno dell’Eurotower potrebbe lanciare qualche segnale concreto circa un possibile ritocco verso l’alto del costo del denaro già dal prossimo mese.
“Ci attendiamo che il presidente Trichet segnalerà la volontà della banca centrale di alzare ancora i tassi a luglio, usando la frase ‘forte vigilanza’ in relazione all’aumento dei rischi sul fronte inflattivo”, spiega il broker elvetico in una nota.
Tra gli aspetti da tenere sotto controllo la “liquidità” e le “previsioni”. Gli esperti della banca svizzera si attendono nella riunione odierna una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per l’anno in corso e dell’inflazione per l’anno in corso, più importante, per il 2012.
La riunione della Bce arriva a pochi giorni di distanza dalle allarmanti dichiarazioni del ministro dell’Economia tedesco, Wolfgang Schäuble, sul caso Atene. “C’è il rischio concreto che in Grecia si realizzi la prima insolvenza non coordinata di uno Stato dell’Eurozona”, ha detto il ministro nel corso di un’intervista a “Die Welt”. Timori che Schäuble ha condiviso con Trichet, e i ministri finanziari della zona euro attraverso l’invio di una lettera. Proprio il numero uno della Bce si è sempre detto contrario all’ipotesi ristrutturazione del debito ellenico, temendo la possibilità di un contagio tra i Paesi periferici. Su questo fronte si è espresso anche Mario Draghi, sempre più vicino all’investitura ufficiale come nuovo presidente della Bce, che ha respinto l’ipotesi ristrutturazione del debito greco. Così facendo Draghi si è già allineato a Trichet, che lascerà l’istituto di Francoforte dopo otto anni il prossimo 31 ottobre. Per Draghi una mossa di questo genere per un Paese dell’Euro Zona è una mossa che potrebbe mettere a rischio la stabilità del sistema finanziario, con conseguenze sulla prospettive di crescita per l’intera Area euro.