Bce: scatta il conto alla rovescia. Cosa aspettarsi su tassi, Qe e guidance

A poco più di 24 ore dall’appuntamento con la Banca centrale europea (Bce), scatta il conto alla rovescia e sale la cautela tra gli operatori. Domani la Bce annuncerà la sua decisione di politica monetaria a cui seguirà come di consueto la conferenza stampa del governatore Mario Draghi. Il mercato è convinto che verranno annunciate nuove misure di stimolo monetario, dopo che l’inflazione della zona euro è scivolata in territorio negativo (-0,2% a febbraio). Se l’intervento è scontato, grande incertezza rimane sulle misure che saranno adottate. In particolare, si parla di mosse sui tassi di deposito e sul quantitative easing (Qe), il programma di acquisto asset. Nell’attesa però si sono già sollevati da più parti dubbi sulla efficacia di queste misure: un ulteriore taglio sul tasso sui depositi potrebbe infatti influenzare negativamente la redditività degli istituti europei, mentre si è osservato che le ondate di QE hanno avuto effetti decrescenti sull’economia reale negli Stati Uniti e in Giappone.
Come agirà la Bce sui tassi?
Il mercato sta scontando un ulteriore taglio del tasso sui depositi compreso tra i 10 e i 20 punti base, ovvero portare il tasso applicato ai depositi lasciati dalle banche europee nelle casse di Francoforte ulteriormente in territorio negativo (da -0,30% a -0,40%/-0,50%).
Una delle principali sorprese su questo fronte potrebbe essere quella di introdurre un multi-tier system sui tassi sui depositi. Il sistema funziona con diversi tassi per i depositi che le banche lasciano nelle casse della Bce. Fino a una certa soglia verrà applicato un tasso (solitamente vicino allo zero), mentre i depositi in eccesso oltre tale soglia avrebbero un tasso molto negativo. Non sarebbe una novità a livello europeo visto che è un sistema già adottato dalla Swiss National Bank e dalla Danmarks Nationalbank (adottato di recente anche in Giappone con un sistema con 3 diversi tassi).
Come agirà la Bce sul piano di Qe?
Le attese del mercato sono fissate per un incremento degli acquisti mensili compreso tra i 10 e i 20 miliardi di euro. Non solo. Il piano di QE dovrebbe essere anche esteso di almeno tre mesi (da marzo 2017 a giugno 2017). In merito all’estensione, la Bce potrebbe spingersi anche oltre con un prolungamento del piano di quantitative easing di sei mesi (fino a settembre 2017).
Recentemente si è molto discusso anche su quali asset la Bce possa comprare. La tipologia degli acquisti è sicuramente uno dei punti che saranno più discussi all’interno del consiglio. “Consideriamo più probabile una scelta da parte della Bce su titoli più sicuri con elevato rating (corporate bonds con rating alto) rispetto a soluzioni più rischiose per il bilancio dell’istituto di Francoforte (equity, debito bancario) e altre meno “diplomatiche” (titoli di stato esteri)”, afferma Filippo Diodovich, market strategist di IG, sostenendo che ampliare la tipologia degli acquisti possa avere effetti positivi sul mercato grazie ai riposizionamenti dei portafogli e a un rinnovato interesse su alcuni strumenti da tempo dimenticati. Tuttavia le mani di Draghi sono abbastanza legate su tale punto. Oltre all’opposizione dei banchieri centrali dell’Europa Core che non avrebbero alcuna intenzione di ampliare ulteriormente gli acquisti, Draghi deve affrontare anche il problema della illiquidità di alcuni mercati. Il mercato dei corporate bonds europeo è infatti molto piccolo e illiquido. Lo stesso discorso vale per quello degli ABS già introdotto e poco applicato.
Cosa aspettarsi dalla Guidance?
Altro punto molto interessante riguarda la Forward Guidance ovvero le linee guida per le prossime mosse della Bce. Se l’istituto di Francoforte dovesse assumere una “stance” legata all’andamento dei dati macro, impegnandosi a intervenire ulteriormente sul mercato per difendere il proprio mandato, tale atteggiamento sarebbe considerato positivo dagli investitori.
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