Bce: nuovo bazooka salva Btp anti-spread ci sarà. Messina (Intesa): ma Italia riduca dipendenza
Il bazooka anti-spread salva Btp salva euro della Bce è arrivato, sta arrivando, arriverà oppure no? La Bce ha risposto oggi, al termine della riunione di emergenza che ha deciso di indire proprio per commentare i bruschi sell off che hanno fatto schizzare a livelli storici i tassi dei BTP e degli altri titoli di stato dell’area euro.
Sell off che sono stati scatenati proprio dal mancato annuncio, durante il BCE-Day della scorsa settimana, di uno strumento anti frammentazione euro. I mercati avevano scommesso sull’arrivo di un nuovo bazooka, magari anche già pronto.
Così non è stato: la Bce di Christine Lagarde ha preannunciato un rialzo dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione del 21 luglio; un rialzo dei tassi probabilmente più aggressivo nella riunione di settembre; e altre eventuali strette monetarie anche dopo il mese di settembre. Della serie: una sorta di #WhateverItTakes per combattere l’inflazione, che nell’area euro viaggia al ritmo annuale superiore a +8%. Ma non proprio un #WhateverItTakes in stile Draghi, che possa salvare i BTP e i debiti sovrani blindati fino a oggi dalla speculazione dai vari bazooka della Bce.
E’ stato il Corriere della Sera a riportare per primo le indiscrezioni sulla riunione di emergenza della Bce indetta per la giornata di oggi.
Lagarde ha così accolto l’SOS lanciato dai mercati, dove nelle ultime sessioni i tassi sui BTP decennali sono schizzati fino a oltre il 4%, al record dal 2013 e lo spread BTP-Bund è volato verso quella che da tempo viene considerata la soglia pericolo, (intesa come soglia che porterebbe la Bce a intervenire con un bazooka)-.
La tensione si è confermata fin troppo alta anche nel mercato primario, come ha dimostrato l‘asta Btp di ieri, che ha visto il titolo a 3 anni assegnato al rendimento del 3,04%, livello più alto da luglio del 2012 e raddoppiato rispetto all’1,5% dell’ultimo collocamento; il Btp a 7 anni ha invece segnato un rendimento al massimo storico del 3,75% e i due Btp a 30 anni allocati rendimenti rispettivamente del 4,23% e del 4,2%.
Con la riunione di oggi, non si può dire che la Bce non sia intervenuta.
Tuttavia, il bazooka anti-spread, da quello che emerso dal comunicato ufficiale della Bce, deve essere ancora creato.
Dunque, i dubbi dei mercati erano fondati: non è ancora pronto e dunque non è ancora disponibile un bazooka che la Bce possa sfoderare immediatamente per arginare i sell off sui BTP & Co.
Annuncio Bce post riunione emergenza. Bazooka anti-spread?
Nel comunicato si legge che la Bce “farà ricorso alla flessibilità nei reinvestimenti dei titoli in scadenza acquistati con il QE pandemico, ovvero PEPP”, e, anche, che “il Consiglio direttivo ha deciso di dare mandato ai comitati dell’Eurosistema e ai servizi interni (della Bce) per accelerare i preparativi volti a completare il piano di un nuovo strumento anti frammentazione, da sottoporre alla considerazione del Consiglio direttivo” stesso.
Il bazooka anti-spread deve essere insomma ancora concepito. Ma, ed è questa la buona notizia, ci sarà. Nelle ultime ore sono stati in diversi, dal mondo dell’alta finanza, a commentare il bazooka anti-spread ancora non pervenuto, e dunque il problema annoso del debito pubblico, nel caso dell’Italia.
C’è da dire che la stampa internazionale, dopo il nulla di fatto della Bce di giovedì scorso, ha più volte ricordato il problema dell’Italia e il rischio che, senza l’assist della Bce, i BTP possano finire di nuovo nel mirino della speculazione.
Bce, Messina: Italia riduca dipendenza, debito sostenibile
“Noi in Italia non abbiamo un problema di sostenibilità del debito pubblico – ha però rassicurato proprio oggi Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo – Questo deve essere un messaggio chiaro. Il tema è se poi però vogliamo essere liberi e indipendenti. Che si parli solo di indipendenza energetica e alimentare e non si parli anche di indipendenza finanziaria mi pare un’idiozia”.
Messina ha parlato in occasione del convegno Young Factor, organizzato a Milano dall’Osservatorio permanente Giovani-Editori.
“L’Italia è forte – ha sottolineato il ceo di Intesa – ha la forza e le condizioni strutturali per fare le cose in autonomia e deve fare le cose in autonomia senza essere attaccata al bocchettone di Francoforte, soprattutto considerato che è un Paese che ha dieci trilioni di risparmi. Servono piani che accelerino la crescita, ma riducano la dipendenza dalla Bce. Partiamo da quello che abbiamo nel nostro Paese, sempre nella logica di avere sostenibilità e indipendenza, ma il debito pubblico non ho dubbi che sia sostenibile”.
Carlo Messina ha comunque lanciato un appello affinché venga arginata la speculazione, rimarcando che i fondamentali dell’Italia “sono solidi come una roccia” e mettendo in evidenza, anche, il valore ideale dello spread BTP-Bund, secondo Intesa SanPaolo:
“Non c’è bisogno di farsi prendere dal panico. Lo spread dovrebbe essere 100-150 punti base, non quello che vediamo oggi”, ha aggiunto Messina.
Scudo anti-spread, Bini Smaghi: basta affidarci sempre a Bce
Risuonano in questo contesto anche le parole proferite dall’ex banchiere centrale, nel board della Bce fino al 2011 Lorenzo Bini Smaghi, nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica:
“Lo spread (BTP-Bund) non è fuori controllo, è ben inferiore al 2011. Certo, in Portogallo è la metà pur essendo il rating simile al nostro: c’è una gestione della finanza più accorta e meno instabilità politica”. E ancora: “Non possiamo continuare ad affidarci alla Bce: si deve lavorare sulla politica italiana, smettere di chiedere scostamenti di bilancio e dare bonus a pioggia solo per guadagnare consensi”.
Così intanto Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm, ha commentato l’esito della riunione di emergenza della Bce:
“La riunione straordinaria di oggi, focalizzata sul rischio di frammentazione economica e finanziaria dell’Eurozona, ha parzialmente deluso i mercati, già scoraggiati dalla vaghezza del meeting di settimana scorsa. Tuttavia, in assenza di indicazioni sostanziali sul nuovo strumento a cui la Banca Centrale sta lavorando, la moneta unica ha perso completamente i guadagni della mattinata. La nota positiva è che però ci potrebbe essere un ulteriore strumento oltre al reinvestimento del PEPP, che non era stato giudicato sufficiente per moderare il rialzo degli spread. In tal senso, anche la capacità di strumenti aggiuntivi per mitigare l’effetto del rialzo dei tassi sulla stabilità finanziaria dell’Europa periferica rimane tutta da dimostrare“.
Riteniamo però – ha continuato Morra – che la flessibilità a cui la BCE ambisce sia un aspetto fondamentale per i rendimenti obbligazionari dell’Europa periferica, non solo grazie al contenimento diretto degli spread derivante dall’acquisto di titoli, ma anche per l’impegno stesso della Banca Centrale ad intervenire in situazioni di stress. Detto questo, concentrare i propri investimenti in alcuni Paesi puntando sistematicamente sulla protezione della Banca Centrale rappresenta un azzardo e riteniamo dunque importante continuare a diversificare la componente obbligazionaria di portafoglio”.
Reazione mercati post annuncio Bce, occhio a tassi Btp e spread
Riguardo alla reazione dei mercati, l’indice di Piazza Affari Ftse Mib ha rallentato prima il passo dopo la pubblicazione, da parte della Bce, dell’esito della riunione di emergenza odierna: da un rally del 3%, l’indice ha messo a segno un rialzo del 2,5%. Successivamente, il Ftse Mib è tornato però a salire del 3%.
Dopo l’annuncio della Bce, hanno ridotto i guadagni anche i BTP , con i tassi decennali che sono così risaliti dal minimo del 3,75% poco prima delle 14 al 3,95% dopo la Bce.
Ma i buy sono rimasti, con i rendimenti che sono tornati a oscillare attorno al 3,8%.
Anche la sfiammata dello spread BTP-Bund, post novità Bce, si è indebolita, con il differenziale risalito dal minimo di 213 punti base a quota 221. Ma lo spread è poi di nuovo sceso fino a 215 punti base: il messaggio digerito dai mercati, almeno nella sessione odierna, è che la Bce si è comunque impegnata a creare un nuovo bazooka anti-spread. E questa è la cosa più importante. Almeno per i mercati. Per l’indipendenza dell’Italia dalla Bce un po’ (tanto) meno.