Notizie Notizie Mondo Bce ha testato l’ipotesi di un quantitative easing da mille miliardi di euro (stampa)

Bce ha testato l’ipotesi di un quantitative easing da mille miliardi di euro (stampa)

4 Aprile 2014 17:06

La Banca centrale europea (Bce) è pronta a implementare, se necessario, misure non convenzionali. Lo ha ribadito ieri il chairman Draghi al termine della riunione del board dell’Eurotower. Questa volta però l’ex governatore di Bankitalia ha aggiunto un particolare decisamente importante perché ha espressamente nominato le due paroline magiche che il mercato da tempo aspettava: quantitative easing, ossia di un piano di acquisto asset sulla scorta delle analoghe misure adottate dalle banche centrali di Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone.

“Sappiamo che c’è l’aspettativa da parte del mercato – ha rivelato Draghi in conferenza stampa parlando del quantitative easing- e abbiamo voluto analizzare la sua validità ed efficacia”. Secondo la testata tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung la Bce avrebbe simulato gli effetti da un piano di quantitative easing anti-deflazione da mille miliardi di euro.

A marzo l’indice dei prezzi al consumo in Eurolandia è sceso dallo 0,7 allo 0,5 per cento e in diversi Paesi è scivolato in territorio negativo. Secondo le analisi dell’istituto con sede a Francoforte nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe confermarsi a livelli bassi (anche se ad aprile potrebbe registrare un sussulto grazie all’effetto rialzista innescato dalle festività pasquali), tornerà a crescere gradualmente nel corso del 2015 e si avvicinerà alla soglia del 2% nel 2016.

Se le cose non dovessero andare come stimato, sui mercati potrebbe abbattersi un’ondata di liquidità targata Bce. Il piano analizzato, da circa 80 miliardi di euro mensili, ha dato risultati piuttosto contrastanti: secondo quanto riportato da un insider citato dalla Faz, in base ai diversi scenari adottati l’inflazione potrebbe aumentare di una percentuale compresa tra lo 0,2 e lo 0,8 per cento.

Gli effetti pratici di un QE europeo potrebbero essere nettamente diversi da quelli registrati negli Usa visto che nel vecchio continente gran parte del finanziamento alle imprese avviene tramite il canale bancario mentre Oltreoceano il ricorso al mercato obbligazionario, direttamente influenzato dallo shopping della banca centrale, è decisamente più sviluppato.